CULTURA & VISIONI

Drodesera festival, un'immaginaria scena fra i ghiacci

TEATRO
NOVELLO NICOLETTA,FIES (TRENTO)

Neve, ghiaccio, paesaggi sconfinati di un bianco che incute pace ma anche timore: alle suggestioni del grande nord si ispira e prende vita la 29esima edizione del festival Drodesera Fies ( vincitore del premio speciale Ubu 2008), ribattezzato per l'occasione Alla luce del nord, un modo per restare su quella linea immaginaria che collega il nostro paese al nord dell'Europa.
Ma se alle distese glaciali possono fare eco vuoto e mancanza di riferimenti, non altrettanto si può dire di questo evento culturale che dal 24 luglio al 1° agosto porta in scena 42 momenti spettacolari, di cui otto produzioni (www.centralefies.it), un progetto siglato D'09, il tutto contenuto in elegante brochure a sola pubblicità sociale.
Difficili da etichettare come teatro, danza o cinema, sicuramente sono tasselli di un nuovo territorio in via di esplorazione che da anni Drodesera - con la cooperativa Il Gaviale diretta da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi - coltiva con vera passione. Approda così sulle coste islandesi, alle sue luci e ai suoi giovani artisti, richiamando dopo due anni alla splendida centrale idroelettrica di Fies, Erna Omarsdottir e il suo ultimo Teach us to outgrow our madness (31 e 1), in prima nazionale dopo il debutto a Brest, un'inquietante riflessione sulla vita di 5 donne nordiche tra musica, danza e storytelling.
Punta al nord un festival che ne è faro artistico e geografico, in grado di dare energia e corpo alle visioni di paura ed orrore che affiorano dai ghiacci bollenti degli altri artisti, presenti in una nuova ed affascinante galleria temporanea Carpark North.
Nella sala comando, per tutta la durata del festival, si alterneranno videoinstallazioni, opere plastiche e performance di artisti islandesi: il collettivo Skyr Lee Bob con Happening, Gabriela Fridriksdottir che trae ispirazione dalle saghe nordiche, il performer Gudni Gunnarsson ed il work in progress di Hekla Dogg Jonsdottir con il suo igloo di carta luminoso. Anche il punto di vista di tre artisti italiani nella galleria, i video maker Carloni/Franceschetti, dalla vicina Rovereto gli Oht e Bruno Muzzoleni con le sue «trappole per occhi».
Si torna al nord anche con gli attesi vincitori dell'ultimo Premio Scenario, i bolzanini Codice Ivan con Un secco Nord (27 e 28) e con la performance di Anagoor (24 e 25). Tra i nuovi gruppi emergenti, artisti che coltivano la mescola sapiente di discipline diverse, c'è il gruppo Nanou con Motel (29 e 30), Cosmesi con Periodonero (27) e i Santasangre in un esperimento con grande lastra di ghiaccio (24,25 e 26).
Attese le opere dei ragazzi di Fies Factory One, cresciuti e sostenuti dal festival: Francesca Grilli (31 e 1), Dewey Dell (29 e 30), Teatro Sotterraneo (29) e Pathosformel (30,31 e 1). Ancora luci e suggestioni, anche se è solo un raggio solare di mezzogiorno, quello che Antonio Rinaldi lavora nella sua Tabula (28 e 29); per i più mattinieri, accanto a caffè e brioche delle 5, ci saranno i suoni ambientali dell'evoluzione solare registrati da Marco Olivieri (31).
Non mancano a Fies le presenze storiche del festival, vecchie conoscenze con nuovi spettacoli. Scoppio-rottura-caduta-frattura-dispersione e nuova rinascita dei pezzi è Crac dei Motus (25 e 26); la compagnia Abbondanza/Bertoni presenta lo studio Densità dell'umano (24); è basato sul poema di Lucrezio De rerum natura, l'ultimo Virgilio Sieni in La natura delle cose (25 e 26), la Societas Raffaello Sanzio presenta i suoi The Cryonic Chants (1) musicati da Scott Gibbons. Musica nel parco fino a tarda notte con due band, il concerto electropop dei danesi Carpark North (27), e lo show dei fratelli belgi in arte Tape Tum (30).Tra palme e frescura estiva il festival offre ogni sera dj set e ristori a chiunque abbia la bella idea di salire sulla navetta no stop dalla piazza di Dro fino alle rive del Sarca.

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