POLITICA & SOCIETÀ

«Il nostro controvertice è a Vicenza»

NO DAL MOLIN
RUSSO SPENA GIACOMO,

Francesco Pavin, uno dei portavoce dei No-Dal Molin, non ha dubbi: «Contrasteremo il G8 sul nostro territorio, Vicenza è uno dei simboli della strategia bellica globale. E non andremo alla manifestazione nazionale del 10 luglio all'Aquila».
La marcia del 10, infatti, ha generato delle frizioni all'interno della rete no-global.
Come già stabilito da un documento redatto dalla rete no-G8, sono convinto della maggior efficacia della territorializzazione della protesta e della assunzione della mappa della crisi come elemento dove dislocare le manifestazioni. Come noi faranno le altre comunità ribelli.
La vostra mobilitazione sarà il 4 luglio, primo giorno del cosiddetto controvertice.
Circonderemo l'aeroporto e faremo un blitz anche all'interno della struttura per piantare centinaia di nostre bandierine. Quel giorno non saremo soli, verranno molti attivisti da fuori.
Non credi che questo meccanismo possa funzionare anche il 10 in Abruzzo?
Qualsiasi protesta deve partire dagli aquilani. Loro devono decidere. L'invasione del centro storico qualche settimana fa e il sit-in sotto Montecitorio dimostrano come lì stia nascendo un percorso radicale. Non a caso il 7 saremo all'Aquila per un forum nazionale: un confronto tra le varie comunità e un momento di discussione su temi come democrazia e partecipazione. Obiettivo: rafforzare il nostro rapporto.
Credi che la diffusione sul territorio delle rivolte sia più efficace di un corteo nazionale, magari di migliaia di persone?
La nostra esperienza, come altre, dimostrano che dai territori possano nascere movimenti molto forti e conflittuali. Poi bisogna analizzare le conseguenze concrete delle discussioni dei potenti all'interno del G8. Ad esempio, manifestare a Vicenza vuol dire criticare l'Africom, le basi militari e l'Italia in un'ottica di strategia globale della guerra.

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