Il vecchio continente è a rischio lavoro. Secondo i dati di Eurostat, nei primi tre mesi dell'anno i 16 paesi dell'Eurozona hanno perso 1,2 milioni di posti di lavoro. Il calo è pari allo 0,8% rispetto al trimestre precedente e all'1,2% se confrontato con lo stesso periodo del 2008. Un livello simile non si raggiungeva dal '95, anno in cui sono iniziate le rilevazioni.
Il vento della crisi, però, si sta abbattendo su tutta l'Unione Europea che tra i suoi 223,8 milioni di lavoratori, di cui 146,2 rientrano nei paesi della zona euro, ne ha lasciato a casa oltre 1,9 milioni.
I danni maggiori si hanno in Spagna, con il 3,1% di occupati in meno rispetto all'ultimo trimestre del 2008; in Grecia che ha perduto l'1,8% e in Slovacchia che lascia sul campo l'1,9%.
L'Italia è nella media europea: magra consolazione se si pensa che un anno fa lavorava lo 0,8% di italiani in più e lo 0,3% nell'ultimo trimestre del 2008.
Questi ultimi risultati confermano quanto pubblicato da Eurostat pochi giorni fa sul tasso di disoccupazione che, in aprile, è aumentato e ha toccato il 9,2%. Il massimo da 10 anni.