CAPITALE & LAVORO

Ecco il Manifesto «per il lavoro sano e regolare»

SICUREZZA I sindacati presentano le proposte da tradurre in leggi dello stato
TORBIDONI GIULIA,

La sicurezza sul lavoro declinata in 18 punti. Con un'azione unitaria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno steso, e indirizzato al Governo, il Manifesto per la sicurezza sul lavoro: «punto di riferimento per diminuire gli infortuni e garantire un lavoro sano e regolare».
Si parte con il decreto legislativo n°81 che il governo sta cercando di modificare. «Il decreto - dicono i tre segretari sindacali - è positivo, ma incompleto. Dopo un anno dall'entrata in vigore, si attendono ancora tanti decreti attuativi perché il governo è in forte ritardo». Sulle modifiche che l'esecutivo vuole apportare il loro Manifesto, poi, chiede «un forte livello di concertazione, concentrando l'attenzione sulle parti mancanti».
Con la crisi, si rischiano una «concorrenza sleale e un abbassamento delle tutele dei diritti dei lavoratori». Ecco perché il documento avanza alcune proposte per disciplinare l'accesso alla professione edile, attraverso la definizione di requisiti che le aziende devono rispettare, e incentivare la qualità del lavoro, superando «l'assegnazione degli appalti pubblici al massimo ribasso».
Nel «sistema di gestione della sicurezza» devono poi essere coinvolti tutti i lavoratori «dipendenti, autonomi, di aziende in appalto, subappalto o esternalizzate». Deve poi essere rafforzato il Durc, cioè il documento unico di regolarità contributiva che dimostra che l'azienda ha rispettato gli obblighi verso Inps, Inail e Casse edili.
Questo sistema può essere garantito con «efficaci controlli. Una risorsa sono le Rls e le Rlst» (rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza, anche territoriali) che devono essere presenti anche «nelle aziende con meno di 15 dipendenti». Rimane però «inconcepibile» che il Ministero del lavoro stia diminuendo il controllo degli Organi di vigilanza.
La cultura della sicurezza sul lavoro, però, deve essere trasmessa da scuola e Università, luoghi in cui si formano le «figure professionali».
Si chiede anche di rendere «esigibile la sorveglianza sanitaria, mutualizzando i costi» e di informare i lavoratori sulle «sostanze nel luogo di lavoro» per capire se ci sono rischi per la salute.
Negli ultimi anni, infine, sono aumentati gli immigrati nei cantieri ed è tornato il caporalato. Per questo si deve offrire «una risposta reale alla pressione migratoria e ai bisogni delle imprese» e «ripristinare parità di condizioni fra lavoratori».

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