«Risparmiate il fiato dei fischi per ossigenare il cervello». Il ministro del lavoro Sacconi è sul palco degli stati generali delle costruzioni e si rivolge così alla parte della platea che non condivide il suo intervento. Sono i partecipanti della Cgil. Agli stati generali sono infatti presenti tutti gli attori del mondo edile: sindacati, ministri e presidenti delle associazioni di settore. I fischi, dopo l'insulto del ministro, raddoppiano. Durante il suo discorso, Sacconi aveva definito l'operato del governo Prodi «unilaterale», perchè aveva fatto approvare il Testo unico in materia di sicurezza sul lavoro a camere sciolte e in campagna elettorale.
Un vecchio detto, comune a tutta Italia, recita «se vanno le costruzioni, va anche il paese». Sotto questa lente si è svolto l'incontro di ieri. Il mondo edile italiano vuole la garanzia di essere tutelato e incentivato perchè rappresenta quasi il 12% del Pil e dà lavoro a 2 milioni di persone. «Alla fine dell'anno scorso erano già 250 mila gli occupati in meno - ricorda Domenico Pesenti, segretario generale Filca-Cisl - e a marzo 2009 si sono avute 6 milioni di ore di cassa integrazione, il doppio rispetto a marzo 2008». Segno che la crisi non è ancora passata. A questo si deve aggiungere che per gli immigrati la perdita del posto di lavoro equivale alla perdita del permesso di soggiorno.
Il problema dell'occupazione è stato ripreso anche dal Presidente dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Paolo Buzzetti. «I dati ci parlano di migliaia di disoccupati e di imprese costrette a chiudere». Così dicendo ha elencato una serie di spese che vanno fatte per recuperare i ritardi del nostro paese rispetto all'Europa e allo stesso tempo per dare una spinta alla ripresa: manutenzione per gli edifici non residenziali; abbattimento e ricostruzione degli edifici vecchi; semplificazione della pubblica amministrazione che ritarda i pagamenti e con procedimenti burocratici ostacola l'apertura dei cantieri; fare partire il piano casa.
È Buzzetti che approfondisce il tema della qualità delle imprese e dei lavori. Ad oggi basta iscriversi alla Camera di commercio e aprire una partita iva per poter essere un costruttore edile. Questo sistema può facilitare le imprese illegali e una scorretta competitività. «Ci deve essere uno sbarramento a livello di Camera di commercio» hanno sostenuto Buzzetti e Rinaldo Incerpi presidente della Cna Costruzioni che ha aggiunto che non si vuole creare una corporazione, ma «un controllo selettivo che disciplini l'ingresso delle imprese».
Walter Schiavella segretario generale Fillea-Cgil (Federazione italiana lavoratori del legno e affini) ricorda a tutti che ogni settimana sui cantieri muoiono in media 5 persone (275 nel 2007) e oltre 1.900 rimangono ferite. Dice pure che «la normativa del 1974 impone di costruire a norma di sicurezza, ma non si è fatto». I punti sono tre: protezione dei lavoratori, incentivi alle imprese e più controlli, ma «il governo è silente».
Silvio Berlusconi arriva alle 17. Durante la giornata ha telefonato tre volte. Quando arriva parla di edilizia e si rivolge a Buzzetti: «Da vecchio collega delle costruzioni, presidente, ti dico, dimmi cosa devo fare e io lo faccio». La platea esulta. Berlusconi tira fuori soldi per infrastrutture, edilizia scolastica e carceraria. Infine annuncia per oggi in consiglio dei ministri l'approvazione del decreto per la semplificazione, mescolandolo con il «piano casa», che prevede invece l'aumento delle cubature del 20%. Al presidente della conferenza Stato-Regioni, Vasco Errani, i conti non tornano: «Evitiamo di giocare sugli equivoci, il piano di cui si sta parlando è quello sulla semplificazione e non sull'aumento di cubatura». In serata arriva la notizia che Regioni e Ministero non hanno trovato l'intesa necessaria per portare il decreto in consiglio dei ministri. Vasco Errani precisa: «Attendiamo precise risposte che il governo ancora non ci ha dato».