POLITICA & SOCIETÀ

Nuovo colpo alla class action: restano fuori anche i creditori di Alitalia

TUTELA CONSUMATORI
TORBIDONI GIULIA,

C'è mancato poco che si potesse fare un po' di giustizia su importanti scandali finanziari di questo paese. Ieri, in Senato, si è discusso il disegno di legge di sviluppo che introduce anche la class action, cioè la possibilità, per le persone che hanno subito uno stesso danno, di portare avanti un'azione legale collettiva. Il testo iniziale, uscito dalla commissione Industria, prevedeva la class action per le frodi commesse dopo il 30 giugno 2008, ma il senatore del Pdl Alberto Balboni ha presentato un emendamento che cancella questa già limitata retroattività. La nuova data stabilita sarà il giorno di approvazione del ddl sviluppo.
Il testo prevede il risarcimento solo ai cittadini che hanno denunciato un illecito (e non a tutti coloro che ne sono stati colpiti) e non considera i danni prodotti dagli illeciti extracontrattuali, cioè quelli che non sono prevedibili quando si stipula un contratto.
Il limite del 30 giugno 2008 teneva già fuori i grandi scandali di Parmalat, Cirio e dei bond argentini, ma lasciava aperta la partita almeno sui casi dell'Alitalia, della Telecom o delle banche sanzionate dall'Antitrust per pubblicità ingannevole di prodotti finanziari.
«E' un modo di fare le leggi che va incontro ai poteri forti e che esclude i piccoli obbligazionisti dell'Alitalia che, truffati dal Tesoro che li rimborserà solo parzialmente, potevano mettersi insieme e rivendicare i propri diritti», afferma Elio Lannutti dell'Italia dei valori. «La scelta compiuta dalla maggioranza di cancellare la retroattività dell'azione collettiva di risarcimento è molto grave e per noi è inaccettabile», sottolinea dal canto suo Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato. «Il governo così volta le spalle a tanti cittadini truffati», sostiene Gianpiero D'Alia, presidente dei senatori dell'Udc. Critiche arrivano anche dal Movimento di difesa del cittadino (Mdc) e dalla Federconsumatori, che nota come «a questo governo la class action non piace minimamente e non si capisce il perché dal momento che si definisce governo liberale».
Negli Usa la musica è diversa e la class action funziona davvero. Colossi come le multinazionali del tabacco Philip Morris e Reynolds, o produttori di pneumatici come Ford e Firestone hanno risarcito i cittadini che avevano leso fino all'ultimo centesimo. Un consumatore da solo non potrebbe pagare un'accusa tanto potente da contrastare la difesa di grandi aziende. Ma più cittadini insieme sì. Inoltre la legge americana prevede che agli avvocati della parte lesa vada come compenso una parte del risarcimento che riescono a strappare per i loro clienti. In questo modo anche gli studi legali più prestigiosi appoggiano class action di cittadini comuni.
Balboni, intanto, difende il suo emendamento perché «chiunque oggi può far valere i propri diritti se si sente leso e può intraprendere una serie di azioni davanti a un tribunale». La legge, secondo il Pdl, è già «uguale» per tutti.

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