IL MANIFESTO INTERNAZIONALE

«Solo l'Europa può aiutarci l'Italia è sempre più indietro»

RICERCA Parla la scienziata Elena Cattaneo
SOLDANO MONICA,

«Se facciamo fuori la ricerca sulle staminali embrionali, non si può andare avanti neanche sulle altre linee di ricerca», quelle che il Vaticano considera «etiche». È molto chiaro il pensiero di Elena Cattaneo, direttore del centro di ricerca sulle staminali all'Università di Milano, incontrata a Bruxelles durante la tre giorni del II Congresso mondiale per la libertà di ricerca organizzato dall'associazione Luca Coscioni. Ieri l'Osservatore romano l'ha riconfermato: per il Vaticano l'embrione non si tocca, è già uno di noi, fin dal concepimento. Un'anatema noto, che va diritto al cuore della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Un veto, anticipato qualche settimana fa, clamorosamente, anche da un documento del ministro del welfare Maurizio Sacconi. Che nel nuovo bando per i progetti di ricerca sulle cellule staminali approvato qualche settimana fa ha posto un veto esplicito alla ricerca sulle embrionali. Quelle cellule, cioè, prelevate dagli embrioni suvrannumerari o scartati durante le fasi della fecondazione artificiale. «La linea di ricerca più promettente per studiare i meccanismi cellulari», secondo la professoressa Elena Cattaneo.

Perché le cellule staminali embrionali sono così importanti?
Perché sono pluripotenti, ogni cellula può fare tutto. Sono fonte di conoscenza, ma vanno considerate ancora terra di frontiera. Limitare o escludere questa linea di ricerca è ipocrita. Vuol dire ostacolare anche gli sviluppi di quella che oggi si definisce "etica".

Si riferisce alla possibilità di riprogrammare le cellule adulte, facendole ripartire? Ci può spiegare in cosa consiste questa linea di ricerca?
Esattamente, mi riferisco alla riprogrammazione delle cellule adulte. Da due anni si sta portando avanti questo studio e con successo. Da una sola cellula adulta si possono riprogrammare sia cellule della pelle che cellule cerebrali. Detto in altre parole, si può far tornare "indietro" una cellula adulta fino a riportarla allo stato embrionale, chiamate "surrogate" o "indotte". Ma per andare avanti sulle "surrogate" o sulle "indotte" devo poterle confrontare. Nella ricerca occorre laicità, non ideologia. L'applicazione clinica riguarda poche malattie.

A che punto siamo con l'applicazione clinica? Quali malattie si possono curare con le cellule staminali?
Ancora poche. Perlopiù alcune forme di leucemia che necessitano del trapianto di midollo e le malattie che hanno bisogno del trapianto della cornea. Per tutte le altre siamo ancora in una fase sperimentale.

Come ricercatrice italiana si sente penalizzata?
Molto. La legge 40, quella sulla fecondazione assistita, vietava la produzione di embrioni a scopo di ricerca, ma io ho sempre continuato a lavorare sulle cellule embrionali importate dall'estero. Il nuovo bando per la ricerca emanato dal Ministero del Welfare supera addirittura i limiti della legge stessa. Impedirà, cioè, di utilizzare finanziamenti per continuare a studiare anche le cellule embrionali importate.

Cosa farete quindi adesso?
Solo l'Europa può darci la forza di andare avanti.

Come?
L'Europa rispetta gli stati membri, ma può finanziare progetti scientifici di valore che abbiano superato il vaglio etico di un organismo terzo rispetto all'Europa: lo European Group of Ethics, formato da un panel di studiosi in varie discipline. Dopo l'anno di moratoria del 2003 in cui i ministri europei non riuscirono a decidere le regole, si è mossa la Commissione europea che ha stabilito un procedimento per il distribuzione dei fondi. Si possono ricevere finanziamenti su progetti validi, se si superano alcune valutazioni. La prima è nel proprio Paese, poi presso l' ente che svolge il progetto e ancora di nuovo nelle istituzioni europee

Bernat Soria, il ministro spagnolo della salute, al congresso di Bruxelles, ha presentato la sua ricetta, sembra vincente per l'economia in tempi di crisi. Finanziamenti, formazione, ma soprattutto valutazione del merito...
La valutazione dei progetti sul merito è il cuore della ricerca. Se i finanziamenti si attribuiscono ai singoli o ai dipartimenti sulla base di clientele o favori personali, si uccide la ricerca. Occorre mettere in competizione pubblicamente le idee migliori. Il governo italiano che vieta la ricerca sulle cellule staminali embrionali dovrebbe prendersi la responsabilità di spiegare pubblicamente le conseguenze nefaste di questa scelta sul futuro dei suoi cittadini.

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