POLITICA & SOCIETÀ

E il teocon Pera si schiera contro il ddl Calabrò

CONTROCORRENTE
SETTE GIACOMO,

E' quando meno te lo aspetti che il senatore del Pdl, e teocon di lunga data, Marcello Pera corre in soccorso di quel fronte laicista che sta preparando battaglia in parlamento per bloccare il ddl Calabrò sul testamento biologico, appena passato in commissione Sanità di palazzo Madama con l'astensione di tre esponenti del Pd (tra cui quella dell'ex Udc Dorina Bianchi, la sostituta di Ignazio Marino).
Il filosofo forzista, infatti, in un'intervista al Foglio di Giuliano Ferrara fa capire di volersi smarcare in aula dal suo capogruppo Gaetano Quagliarello votando un bel no al disegno di legge: «Non si può trasformare il peccato in reato - spiega - non si può imporre un'etica di Stato, perché in una società libera l'etica preesiste nello Stato». Insomma il celebre «Perché dobbiamo dirci cristiani», di cui si è fatto portavoce in molteplici occasioni, dev'essere «il tema di una battaglia culturale, ma non c'è bisogno di imporlo».
Decide così di non schierarsi nello scontro tra i «laicisti Veronesi e Marino» e gli «antilaicisti che difendono la dottrina della Chiesa» pur mantenendo le sue forti convinzioni religiose (per intenderci pensa che Beppino Englaro sia un assassino): «Entrambi i fronti - afferma Pera - sono impegnati a trasformare lo Stato nel braccio destro dell'etica». Quindi nessuna ingerenza vaticana nella sfera pubblica. L'unica bussola da seguire è la Carta costituzionale. Punto su cui l'ex presidente del Senato, illuminato da una cultura liberale, è totalmente d'accordo. «Solo la nostra Costituzione - sostiene - può legiferare e imporre limiti e divieti». Curioso a questo punto sapere cosa dice sulla questione. Lo ricorda, suo malgrado, sempre Pera nell'intervista: «Non si può coartare la libertà di autodeterminazione di un malato - ricorda - Se un malato rifiuta la trasfusione di sangue perché è un testimone di Geova, il medico si deve fermare e perciò, per le stesse ragioni, si deve fermare anche se un paziente rifiuta la cannula per l'alimentazione e l'idratazione».
Preso atto della Carta, il filosofo teocon è conscio che qualsiasi legiferazione in materia sia completamente inutile perché «sarebbe impugnata davanti alla Corte costituzionale». In quanto illegittima. L'unica soluzione è la modifica della Costituzione. E su questo Pera punta «con buona pace di Napolitano». Tutto il resto, per lui, è inutile.

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