POLITICA & SOCIETÀ

Il Vaticano ci ripensa: «Rispettiamo le leggi del governo»

RONDE
RUSSO SPENA GIACOMO

Quando monsignor Marchetto, responsabile del Pontificio consiglio per i migranti, attaccava il decreto sulle ronde considerandolo «un'abdicazione dello Stato di diritto» e una «criminalizzazione dell'immigrazione», lo faceva a titolo personale.
Il prelato viene infatti letteralmente "scaricato" da Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, che ieri in una conferenza stampa puntualizza le posizioni della Chiesa sul provvedimento dell'esecutivo in materia di sicurezza, scegliendo una linea accondiscendente: «Il Vaticano - spiega - manifesta nei suoi organi rappresentativi rispetto verso le autorità civili, che nella loro legittima autonomia hanno il diritto e il dovere di provvedere al bene comune». Quindi, questa volta, nessuna ingerenza negli affari dello Stato.
Ma Lombardi oltre a isolare la "pecora nera" monsignor Marchetto cita altri casi in cui «i mezzi di informazione attribuiscono alla Santa Sede commenti e punti di vista» che in realtà giungono da singoli prelati: «E non succede di rado». «Il Pontificio - aggiunge il portavoce - quando intende esprimersi autorevolmente usa mezzi propri e modi consoni come comunicati, note e dichiarazioni. Ogni altro pronunciamento non ha lo stesso valore». La precisazione riguarda dichiarazioni rilasciate su vicende italiane o internazionali, dal caso Englaro a giudizi sulla nuova amministrazione Usa fino all'ultima polemica tra l'Osservatore Romano e il festival di Sanremo con il conduttore Paolo Bonolis che ha risposto al «Vaticano», benché le critiche fossero state espresse dal quotidiano e «non dalla Santa Sede».
Le parole di Lombardi fanno saltare di gioia la maggioranza che canta a dir poco vittoria. Come spesso accade nelle boutade politiche il primo a prendere parola del Pdl è Maurizio Gasparri, il quale parla di «fine di una speculazione» e di «disarmante superficialità di certi settori dell'informazione che fanno della menzogna l'unica regola».
Invece il capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo, decide di sparar direttamente addosso a Monsignor Marchetto, colui che, insieme a pochi altri prelati, coraggiosamente aveva avuto il coraggio di criticare i provvedimenti del governo sull'immigrazione: «D'ora in poi crediamo - esclama l'esponente del Carroccio - che farebbe più bella figura ad astenersi dal pronunciare inopportune critiche all'operato del governo. Forse certe frasi sono pronunciate nel tentativo di trovare visibilità ma poi, viste queste smentite, gli si ritorcono contro».
E la sinistra? Tace. Nessuna dichiarazione né in favore del prelato smentito dal portavoce della Santa Sede né contro la posizione sulle ronde del Vaticano. Che oltre a parlare di sicurezza ieri decide di sferrare un ennesimo attacco sul campo etico. Questa volta sotto le bordate di Benedetto XVI finisce l'eugenetica, considerata un «attentato contro l'umanità». «E' necessario - dice il Pontefice ricevendo in udienza ieri mattina in Vaticano i partecipanti al convegno "Le nuove frontiere della genetica" - ribadire che ogni discriminazione esercitata da qualsiasi potere nei confronti di persone, popoli o etnie sulla base di differenze riconducibili a reali o presunti fattori genetici è sbagliata». Insomma, secondo il Papa, con l'eugenetica si sta diffondendo la «discriminazione di chi è disabile» o peggio «si sta giungendo alla selezione e al rifiuto della vita». Riferendosi al caso Englaro.

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