POLITICA & SOCIETÀ

Dialogo Pd-Pdl sulle intercettazioni E Di Pietro s'infuria

GIUSTIZIA
SETTE GIACOMO,

Se la maggioranza trova la quadra sulla riforma della giustizia, il Pd si rifiuta ancora una volta di fare l'opposizione aprendo ad un dialogo in Aula. Ad annunciarlo il ministro ombra degli Esteri Piero Fassino, durante una discussione radiofonica con il forzista Paolo Bonaiuti.
«Su qualsiasi materia va cercato il confronto di merito - dichiara - La giustizia è una grande emergenza del paese. Qui dentro c'è anche il tema di una regolazione corretta, equilibrata e giusta delle intercettazioni. Se si vuole affrontare questo tema, noi siamo pronti a discutere». Ponendo poi come condizione al dialogo che le modifiche non siano punitive nei confronti della magistratura: «A quel punto non è un terreno che ci interessa perché non interessa ai cittadini». L'apertura sulle intercettazioni del Pd ottiene il plauso del Pdl che lascia trasparire un nuovo inciucio all'interno del Parlamento tra maggioranza e opposizione.
Ma se i democratici trattano, Antonio Di Pietro continua a sparare bordate. Ieri l'ultima. «Adesso che arriva il momento della firma della legge sulle intercettazioni, visto che in Parlamento la voteranno tutti con la mano alzata come soldatini, il presidente si chieda se questa legge sia davvero costituzionale o se umilia la funzione della giustizia costituzionalmente garantita uguale per tutti», afferma l'esponente dell'Italia dei Valori tirando in ballo ancora una volta Giorgio Napolitano. «Io risulto denunciato - aggiunge l'ex pm - da uno degli avvocati di Berlusconi per aver detto che il Lodo Alfano umilia le nostre istituzioni, e avrei preferito e preferirei che il Capo dello Stato su questo tema, come sulle intercettazioni, possa intervenire». Una posizione, la sua, che suscita le critiche del portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, il quale trova «sgradevole» il tentativo di Di Pietro di «trascinare nell'arena politica» il presidente della Repubblica.
Intanto ieri la maggioranza trova la sintesi sul testo che probabilmente domani arriverà sul tavolo di Palazzo Chigi. Le indiscrezioni escludono grosse novità: il disegno di legge modificherà profondamente il rapporto tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, concedendo a quest'ultima una libertà di manovra decisamente più ampia di quella attuale. Non si parla invece di separazione delle carriere.

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