TERRITORI

Quando piace il sindaco «forte»

SONDAGGIO IPR MARKETING
RUSSO SPENA GIACOMO

Il centrodestra sale nei consensi. Quasi ovunque. Il centrosinistra crolla. O meglio, regge solo dove sperimenta politiche securitarie. Dall'indagine dell'Ipr Marketing sui gradimenti degli amministratori locali del paese stravince, senza mezze misure, il fronte bipartisan dei sindaci sceriffo. Coloro che nell'ultimo anno hanno governato, grazie a quei super-poteri concessi dal ministro Maroni, attraverso ordinanze anti-tutto: dall'accattonaggio al bivacco, dai lavavetri alle prostitute. Non è da escludere comunque che i cittadini votanti abbiano, in seconda battuta, utilizzato altri criteri nell'esprimere il proprio gradimento.
La vetta dei primi cittadini la conquistano in tre. Il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, eletto dal centrosinistra nel 2006, si gode il primato con il 75% di voti. Un passo avanti di due punti percentuali rispetto allo scorso anno e dieci in più rispetto al giorno dell'elezione. Dalla sua, le battaglie contro «il consumo in luogo pubblico di alimenti o alcolici di qualsiasi gradazione» e il divieto anche di «abbandonare qualsiasi contenitore vuoto» nel quartiere San Salvario, uno dei più movimentati della città. «Lì ci sono locali - spiegò Chiamparino il giorno dell'attuazione del provvedimento - cha da anni sono oggetto di interventi dei vigili per la presenza di persone che creano disagio e, a volte, veri e propri attentati alla sicurezza urbana». Ma il «democratico» torinese aumenta i consensi anche per quello spirito «federalista» che lo contraddistingue nello stesso Pd. Un mix vincente che caratterizza, soprattutto, il leghista Flavio Tosi, il primo cittadino di Verona. E la vera new entry nel sondaggio annuale dell'Ipr Marketing con quasi il 75% dei consensi, 15 punti più dello scorso anno. Condannato a due mesi (con pena sospesa) dalla Corte d'appello di Venezia per una campagna anti-rom che ha superato i confini della legge Mancino, l'esponente del Carroccio fa della repressione e del "razzismo" legalizzato i propri cavalli di battaglia. Ultime, in ordine cronologico, a finire sotto il suo torchio sono le prostitute (le quali per lui non devono esercitare nemmeno all'interno delle mura domestiche) e contro il bivacco nell'area vicino all'Arena.
Sul podio anche il nazionalcrociato Giuseppe Scopelliti, sindaco al secondo mandato di Reggio Calabria: lui detiene il record di ordinanze sulla questione sicurezza e della tolleranza zero fa una ragion di vita. Nella sua città le libertà individuali sono pressoché inesistenti.
Altro sindaco-sceriffo del centrosinistra che "tiene" è Vincenzo De Luca, primo cittadino di Salerno, il quale dal primo posto dello scorso anno passa al quarto. Nel palmares il «democratico» salernitano ha una serie di provvedimenti contro prostituzione, abbandono dei rifiuti, vandalismo e accattonaggio. L'«adescamento e il meretricio su strada pubblica» sono punibili, in base alla nuove leggi stabilite da De Luca, sono punibili a 500 euro, mentre non sono previste sanzioni per i clienti che potranno essere multati solo per intralcio della circolazione. Ordinanza presa come modello da molti comuni d'Italia.
Altri primi cittadini di centrosinistra che accrescono il proprio gradimento sono il padovano Flavio Zanonato (quello del muro di Via Anelli) e il reggiano Graziano Delrio. Per gli altri invece la debacle è totale. Tutti in calo. Con lo sceriffo Sergio Cofferati che rappresenta l'eccezione che conferma la regola: con -6 punti il suo addio, già annunciato, da Bologna si farà, forse, sempre meno rimpiangere. Scorrendo ulteriormente la classifica salta agli occhi l'assenza di grandi città (esclusa Torino) nelle prime posizioni. La Milano della sindaca Letizia Moratti si arresta al trentesimo posto. Malgrado cresca (guadagnando 5 punti e arrivando al 57%) il gradimento nei suoi confronti, a differenza dell'anno precedente dove invece scendeva in maniera vistosa. Ancor più giù Roma, dove per Gianni Alemanno vale lo stesso discorso di Moratti: il suo consenso infatti sale al 56% (+2,3%).
All'ultimo posto la Napoli di Rosa Russo Jervolino, su cui in questi giorni stanno precipitando addosso la «questione morale» e, soprattutto, le attività della magistratura. Senza dimenticare l'irrisolto allarme rifiuti. Così col 18% in meno Jervolino si ferma oggi al 39% dei voti. E più che un rimpasto di giunta, come ha appena fatto, ci vorrebbe un miracolo per farla risalire la china.

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