Il miglior gioco dell'anno forse non è «Metal Gear Solid 4», parlando in assoluto, ma è il gioco sicuramente più rappresentativo dello stato dell´industria video ludica e contemporaneamente il meno appiattito alla ricerca spasmodica dei «casual gamer» (leggi: Nintendo o Spore). Quello
che più di ogni altro dimostra il livello di onanismo degli studiosi di videogiochi che sostengono che la parte narrativa sia spuria rispetto al gameplay: basta guardare la schermata iniziale in cui un vecchio Snake fuma osservando una lapide in un cimitero per innescare nel videogiocatore interi tomi di storie passate e future. Quello che più di ogni altro dimostra il desiderio di Sony di tornare ad essere concorrenziale anche dal punto di vista videoludico dopo che da quello home video ha sbaragliato il concorrente formato Hd-Dvd. Soprattutto quello in cui temi come la vecchiaia, la morte, il suicidio, la guerra sono tematizzati in maniera più adulta e consapevole, riuscendo a non trasformarne la trattazione in saggio barboso ma riuscendo in ogni sua parte ad essere coinvolgente videogioco.