POLITICA & SOCIETÀ

Il ritorno dell'Onda contro l'insicurezza dell'edilizia scolastica

MOBILITAZIONI
RUSSO SPENA GIACOMO

Non sarà forse un'inondazione come ci hanno abituato negli ultimi due mesi, ma gli studenti medi e universitari si preparano oggi a scendere nuovamente in piazza. Con la stessa determinazione di sempre.
Assemblee nelle scuole, blocchi della didattica e cortei (il più grande sarà quello a Roma) sono previsti in quasi tutte le città del paese. Come deciso il 15 e 16 novembre, durante l'assemblea nazionale alla Sapienza. Oltre ai temi «classici» sbandierati finora, emerge, tanto da farlo diventare il nodo centrale della mobilitazione, quello della sicurezza a scuola e nei luoghi di studio. L'indignazione per la scomparsa del diciassettenne Vito Scafidi, rimasto ucciso per il crollo del soffitto del suo liceo di Rivoli, è tanta. «E' una morte sul lavoro a tutti gli effetti», denunciano i giovani, i quali si oppongono all'idea berlusconiana della «fatalità»: «Quell'incidente - continuano - è la conseguenza di anni di tagli. Fatti anche dal centrosinistra, in passato, e ora ampliati da questo governo».
La richiesta di investimenti per la messa a norma delle strutture scolastiche a rischio diventa così un pilastro dell'Onda. Soprattutto dei medi. Che, in realtà, ultimamente avevano trascurato le questioni prossime agli studenti (come la sicurezza degli edifici) a vantaggio di rivendicazioni, giuste, di più ampio respiro. «D'ora in poi ci dobbiamo occupare in maniera precisa e attenta di ciò che ci circonda ogni giorno tra i banchi di scuola», sostiene Roberto Iovino, responsabile dell'Uds. Organizzazione che sta preparando un libro bianco, da consegnare poi al ministero dell'Istruzione, sulle carenze strutturali nelle scuole italiane. Si invitano gli studenti a segnalare tutti i deficit. E le comunicazioni arrivano a raffica.
«Non vogliamo morire di tagli. Vergogna», sarà anche lo striscione d'apertura della manifestazione della capitale. Dove saranno due i punti di concentramento: gli studenti medi si raduneranno alle 9 a piazza Barberini, mentre gli universitari si sono dati appuntamento alla stessa ora alla Sapienza. Confluiranno in piazza della Repubblica, per poi procedere lungo le vie del centro e dirigersi verso il ministero dell'Istruzione a Trastevere per un «assedio sonoro». In contemporanea ci saranno anche «azioni di sensibilizzazione e di controinformazione» e volantinaggi fuori molti licei di Roma. Non è da escludere nemmeno un blitz degli studenti durante l'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza (malgrado abbiano già ottenuto, come richiesto, la non partecipazione dei politici) e una loro «deviazione», durante il tragitto del corteo, al ministero dell'Economia, «sempre se la polizia ce lo permette» dicono.
Intanto ieri l'antipasto con un'azione per «l'accesso libero alla cultura»: in un centinaio sono entrati gratis al teatro Valle di Roma al grido di «Noi la crisi non la paghiamo». Motto che rimbomberà anche oggi per il Belpaese.
Nonostante la partecipazione dovrebbe essere più bassa rispetto ai grandi numeri riportati finora dal movimento studentesco: un calo fisiologico dell'Onda dopo due mesi di mobilitazione appare più che logico. «Il corteo di domani (oggi, ndr) - afferma Giorgio Sestili - era stata organizzata come tappa preparativa allo sciopero generale indetto dalla Cgil il 12 dicembre». Richiesto a gran voce dall'Onda in questo ultimo mese.

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