CULTURA

Lievi tracce di azione in cerca di silenzio

MOSTRE Il «pittore della vita moderna» ha abbandonato i ritmi metropolitani
DEL DRAGO ELENA,

Con una selezione di lavori che si potrà visitare fino a metà novembre, Jeff Wall - reduce da sontuose esposizioni alla Tate Modern di Londra e al Moma di New York - torna a Roma a tre anni di distanza dalla sua prima personale alla Galleria Lorcan O'Neill. Diverse opere sono inedite e molte realizzate in Italia: non soltanto i tre light box scattati nella capitale, nel 2003, appunto quando l'artista era in città per la sua mostra, ma anche Hillside, una immagine in bianco e nero, tra le più grandi che Wall abbia mai realizzato. Si tratta di un paesaggio collinare e desolato, scattato in Sicilia lo scorso novembre, che permea della sua bassa tonalità l'intero insieme delle opere: anche le altre immagini, alcune già esposte, tutte rigorosamente prive di colori sovrastanti, sono infatti pressoché sprovviste di presenze umane: unica eccezione la mano di una donna anziana che riempie la sua bottiglia di plastica a una fontanella della città. Se un'azione è avvenuta, essa ha lasciato soltanto una traccia lieve dietro di sé, da decifrare con attenzione.
Chi si aspetta di trovare gli affreschi sociali ai quali Wall ha abituato lo spettatore, i ritratti di passanti sapientemente elaborati o tanto più le composizioni ispirate dai maestri della pittura e del cinema, resterà sorpreso. Il filo conduttore dell'esposizione romana è piuttosto il silenzio, e il percorso pare segnato dalla volontà di mantenere l'attenzione di chi osserva sugli oggetti, gli elementi naturali, le materie, più che sulla vita delle persone normali, come avviene solitamente. Il «pittore della vita moderna», secondo una celebre autodefinizione, sembra essersi allontanato dai movimenti veloci delle metropoli, dalla complessità dei rapporti che vi si intrecciano, dagli interni indistinguibili gli uni dagli altri, per cogliere forme di esistenza più defilate, sebbene sempre prive di una forte caratterizzazione. Fedele alla propria ricerca di una qualità umana media capace di essere comunicata e compresa con immediatezza a qualsiasi latitudine, Wall sembra aver semplicemente trasferito questa necessità dal genere umano ai luoghi.

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