PECHINO 2008

L'Argentina si riprende l'oro. Finale con time out

CALCIO Un gol di Di Maria, su contropiede fulminante ideato da Messi, basta ai sudamericani
PIERANNI SIMONE,PECHINO

Nelle Olimpiadi delle restrizioni, nascono esperimenti autogestiti. Ieri finale per l'oro calcistico, Argentina Nigeria. Pechino è scossa da un sole arrosto, tirano lievi spirate di vento, caldo. E la partita si gioca a mezzogiorno, ora locale, circa 40 gradi e un'afa che sudi a stare fermo. Così giocatori e arbitro decidono che non si può affrontare una finale olimpica in condizioni del genere. Si parlano, si consultano e decidono: si concedono due time out, uno nel primo e uno nel secondo tempo, durante il quale i giocatori possono prendersi un attimo di riposo e secchiate d'acqua a raffreddare muscoli e cervello. Una bella trovata. Anche perché quanto alla partita giocata, si era deciso di non sbattersi granché. Ritmi blandi, qualche tiro, qualche cross, ma niente di più, in attesa che qualcuno dei ventidue in campo combinasse la frittata risolutiva. E i nigeriani a metà del secondo tempo l'hanno preparata con cura e attenzione. Sulla falsariga del noto tormentone di Caccamo fanno girare la palla, finché non ci scappa un autodribbling a metà campo. Il problema è che i compagni di squadra del malcapitato sono tutti dall'altra parte del terreno di gioco. La sfiga nigeriana inoltre vuole che quel pallone cada proprio nei pressi di Messi. Uno che oltre a correre e giocare veloce, ha occhi dappertutto e una rapidità di esecuzione fatale. Senza perdersi in ciance Messi ci impiega un nanosecondo: colpetto a scavalcare i giganti nigeriani e assist per Di Maria. Per l'ala argentina, un ragazzetto scattante anche se il destro lo usa solo per salire sugli autobus, si apre la prateria del Nido d'Uccello, tra urla di folla e sospiri dei suoi compagni. Di Maria corre, si allunga il pallone. Il portiere nigeriano gli si fa incontro, ma sembra sapere già come finirà. Il numero 11 argentino è freddo, incredibilmente, e piazza un pallonetto non proprio perfetto esteticamente, ma che regala l'oro agli azul-blancos. E festeggia la sua stella, dopo che il Benfica lo aveva acquistato per farne il nuovo Simao. Il resto del match è dialogo costante tra il portiere della Selección e i raccattapalle cinesi, per rallentare le rimesse in gioco, un paio di occasioni nigeriane, con Obinna che ciabatta una conclusione propizia, qualche giochino di esperienza e sostituzioni varie (entra anche Lavezzi del Napoli). Poi esultanza finale in mezzo al campo, tra qualche fischio del pubblico schieratosi, specie dopo il vantaggio argentino, interamente con la Nigeria. L'Argentina bissa il successo olimpico del 2004 ad Atene e vendica la sconfitta del 1996, proprio contro i nigeriani, festeggiando in mezzo al campo e con Diego Armando Maradona.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it