PECHINO 2008

Il motoscafo francese questa volta regge il finale Bernard, vittoria e sospetti

STILE LIBERO
PIERANNI SIMONE,PECHINO

L'esordiente Alain Bernard, francese di Aubagne, classe 1983, è il più veloce di tutti. Con il suo rivale, l'australiano Eamon Sullivan, si sono rincorsi a suon di record mondiali per tutte le qualificazioni. Poi, nella mattina nuvolosa di Pechino resa azzurrognola solo dall'avveniristico Watercube, il francese Bernard l'ha spuntata per un soffio durato 11 decimi. E Sullivan, scuro in volto e aggrappato all'acqua, si è dovuto accontentare del precedente record mondiale e del secondo posto in finale, un argento che sa di sconfitta.
La finale è stata una gara mozzafiato, un testa a testa tra gli ululati del pubblico entusiasta e con il siluro francese ad alzare testa al tabellone e muscoli in segno di vittoria. Si tratta anche di una staffetta sportiva e mediatica con l'ex eroina del nuoto transalpino, la Manadou triste e in odore di ritiro, poi smentito. E mentre in casa dei genitori di Alain scoppiava il panico perché si era rotta la televisione, (hanno appreso la vittoria solo via radio) il biondo e atletico francese già consegnava ai posteri parole di soddisfazione. «È il giorno più bello della mia vita, un sogno che diventa realtà», ha detto con ancora l'acqua addosso. Anche perché il successo arriva dopo una staffetta disastrosa (recuperato e sorpassato) e la perdita del record mondiale nella disciplina più veloce del nuoto. «Ho vinto una finale alle Olimpiadi e contrariamente al record del mondo, l'oro vale quattro anni. Ancora non riesco a realizzare. Ma non sarebbe successo se non fossi arrivato a questo appuntamento così concentrato, così fiducioso». E così stranamente grosso, chiosano gli scettici. Perché Bernard ha costituito una sorta di oggetto misterioso del nuoto, perché arrivato a sorpresa, con quella massa muscolare così rapida in vasca e capace di migliorare il suo grande difetto da nuotatore. Prima di vincere l'oro olimpico il francese, infatti, era noto per le sue partenze sprint: nei primi 70 metri imprendibile. Poi scoppiava e perdeva. Nota stonata confermata dalle sue dichiarazioni nel dopo vasca: «Mi tremavano le gambe alla partenza come a tutti prima di una finale, poi agli 80 metri mi sentivo sfinito, ma mi sono imposto di resistere, di non mollare. Ho fatto quello che mi dice il mio tecnico: Niente panico». E il panico era già svanito quattro mesi fa, agli Europei di Eindhoven, dove ha sfoderato il record mondiale nei 100 e nei 50 metri. E il mondo lo ha scoperto. E in tanti si sono domandati come fosse possibile che un armadio a quattro ante, dimostrasse così tanta velocità in acqua. Alle malignità Bernard aveva risposto stizzito: solo lavoro, aveva replicato. Si è anche lamentato, proprio a due giorni dal via dei Giochi, degli eccessivi e poco organizzati controlli antidoping subiti. A fargli i complimenti al termine della finale anche Pieter van den Hoogenband (già oro nei 100 metri a Sidney e Atene, nonché rispettivamente oro e argento sui 200) che a Pechino a 30 anni è arrivato quinto e ha annunciato il suo ritiro. Per davvero.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it