PECHINO 2008

Copertina con polemica per le ragazze terribili

GINNASTICA ARTISTICA
PIERANNI SIMONE,PECHINO

Rimane il dubbio sull'età, ma la copertina cinese di ieri è tutta per loro, le ragazze della ginnastica aritistica sul tetto olimpico della specialità a squadre. È la prima volta per la Cina: uno dei tanti tabù che le olimpiadi casalinghe stanno frantumando, giorno dopo giorno.
Un oro tra le polemiche e le infinite immagini celebrative della Cctv, la televisione pubblica cinese. Hanno vinto con un punteggio altissimo (186.525), dopo un confronto serrato con le statunitensi, guarda il caso. Sulla pedana centrale si è consumata la sfida decisiva, faccia a faccia, a un solo punto di distacco. Le americane sono finite, una dopo l'altra, fuori pedana, le cinesi hanno resistito e hanno vinto, nonostante pressione e polemiche.
L'allenatrice della nazionale Usa, Martha Karolyi, al termine della dura gara, ha rimestato nel torbido: «A una delle cinesi manca un dente», ha detto, a sottolineare i dubbi sulla reale età delle ginnaste cinesi. 14, e quindi irregolari, o 16 anni? Sulla questione ci si era messo pure un grossolano errore, o una clamorosa verità, di un quotidiano cinese che aveva indicato come il 1994 la data di nascita di due delle piccole terribili. «Non ho prove, ha ribadito Martha Karolyi, ma si sa che certi paesi rispettano le regole, altri no».
Il tecnico delle cinesi, Lu Shanzhen, si è coccolato le medaglie d'oro, ma ha risposto seccato sull'annosa questione dell'età, come chi non ne può più: «Le nostre ragazze sembrano più giovani? Le straniere allora sembrano tutte più muscolose. Devo dire che questo avviene a causa del doping?» Benché la Federazione Internazionale abbia preso per veritiera l'età affermata dal passaporto cinese, nella storia della ginnastica non mancano casi simili: nel 1991 Kim Gwang Suk, ginnasta della federazione coreana, fu beccata nella falsificazione della propria età (aveva 15 anni) e fu esclusa dai mondiali del 1993.
Nel frattempo la Cina festeggia la storica medaglia, celebrando il vestito stile qi pao - l'abito tradizionale cinese - delle ragazze e colmando di aneddoti le proprie cronache sportive. Jiang Ju Yuan, una delle atlete, è diventata immediatamente «la ragazza dello Xinjiang», nel tentativo di celebrare la cinesità di quelle zone irrequiete, per la musica scelta da lei stessa per la sua performance. Togliti il cappello, dice la canzone. «E mettiti la medaglia d'oro al collo», scrivono entusiasti i giornalisti cinesi.
La ginnastica artistica è solo uno dei quattri ori vinti ieri dalla Terra di Mezzo: ora il totale delle vittorie è di 17 (seguono gli Stati Uniti a 10). A riempire d'orgoglio le pagine dei giornali cinesi ci hanno pensato i due tuffatori, Wang Feng e Qin Kai, vittoriosi nel trampolino sincro da 3 metri. Per Qin Kai una soddisfazione in più: ha battuto il suo idolo di quando era ragazzino, il russo Sautin, argento insieme al compagno di squadra Kunakov. Dopo la vittoria di due giorni fa delle ragazze nei tuffi sincro, la squadra cinese rispetta il soprannome in patria, di Dream Jump Team.
Un altro oro alla Cina arriva dal sollevamento pesi femminili categoria 69 chili: la protagonista è Liu Chunhong, che bissa la prima medaglia d'oro olimpica della connazionale Chen Xie Xia. Liu era infortunata e tutta la stampa cinese aveva espresso dubbi sulla sua potenzialità. «Prima della gara le ho detto, ragazza, sei tu la campionessa, solo tu puoi battere te stessa e nessun'altra», ha raccontato raggiante il suo tecnico. Infine spazio anche per Ying Chen, quarta medaglia d'oro cinese di giornata nel tiro a segno femminile.

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