CULTURA & VISIONI

Un uragano di idee per afferrare la realtà

ROMANZI
MAZZETTA FRANCESCO,

La storia editoriale italiana di James Lee Burke è giunta a un ulteriore punto di svolta col passaggio dalla casa editrice Meridiano Zero, alla Fanucci. Lo spartiacque è rappresentato dall'uragano Katrina, presente nelll'ultimo romanzo pubblicato dalla casa editrice padovana, Prima che l'uragano arrivi (traduzione di Matteo Curtoni e Maura Parolini, pp. 351, euro 16) e nel primo apparso per i tipi di quella romana, L'urlo del vento (pp. 438, euro 18,50), nella versione di Nicoletta Brazzelli. Prima di queste due case editrici, Burke era presente in Italia sia in edizioni «da libreria», proposte da Baldini & Castoldi, sia in quelle «da edicola» di pertinenza del Giallo Mondadori.
Per certi versi dispiace il passaggio alla casa editrice romana, non certo per il minore prestigio di quest'ultima, quanto per la minore cura editoriale prestata all'Urlo del vento. L'edizioni di Fanucci, infatti, è infarcita di sviste e di errori. A pagina 95, tanto per fare un esempio, la traduzione italiana parla di un agente che tiene in mano una pompa, ma è chiaro dal contesto che si tratta di un fucile a pompa, mentre poco più in là un «9/11» spacciato per il 9 di settembre e via discorrendo. Tutto sommato, si tratta di peccati veniali, specialmente se consideriamo il radicale «cambio di marcia» del romanzo, rispetto ai temi soliti trattati da Burke. Non è un controsenso, dunque, affermare che - così recita il giudizio di The Wall Street Journal riportato in quarta di copertina del volume edito da Fanucci - «questo romanzo sta ottenendo un successo senza pari, quanto James Lee Burke settantenne non aveva mai riscosso con tutti i suoi libri messi insieme» e contemporaneamente constatare che, dal punto di vista della trama, si tratta di un romanzo più convenzionale rispetto a tutti i precedenti che vedono come protagonista il detective Dave Robicheaux. Benché vi venga ritratta la consueta rete sotterranea che lega l'economia e il successo sociale, specialmente bianco, della Louisiana con il crimine organizzato e lo sfruttamento schiavistico della gente di colore, il plot è incentrato sul confronto tra Dave e un serial killer sociopatico, misogino, apparentemente inafferrabile, proprio come prescrivono le convenzioni del genere.
Decisamente più in linea con le trame che siamo abituati ad apprezzare Prima che l'uragano arrivi ci presenta Dave stavolta alle prese con l'indagine sul suicidio di una giovane ragazza di colore. A spingerla a tanto è l'abuso sessuale a cui è stata sottoposta dal «branco» dei bravi, bianchi e agiati studenti di una confraternita universitaria. Attorno a questa indagine si intrecciano, come spesso succede nelle storie di Burke, ricordi e situazioni del passato. Assistiamo così all'arrivo dell'affascinante Trish Klein, figlia di un amico di Dave ai tempi in cui lavorava nella polizia di New Orleans. Dave, alcolizzato, non era riuscito a impedire che l'amico venisse brutalmente freddato durante una rapina e il senso di colpa fa sì che agisca in modo protettivo nei confronti della figlia che invece è decisa a truffare i casinò legati ai mafiosi mandanti della rapina in cui è morto il padre.
Tra i presunti mandanti, manco a dirlo, c'è proprio la famiglia sospettata di avere stuprato la ragazza di colore. Ovviamente sarà arduo portare a galla la verità, perché sulla strada di Dave si metteranno non solo gli interessi apparentemente insospettabili delle buone famiglie influenti, ma anche il procuratore distrettuale che vi vede un inciampo per la propria carriera politica e l'Fbi che vorrebbe evitare che l'indagine su un caso di stupro comprometta la rete in cui vuol far cadere il crimine organizzato legato ai casinò. Ma per Dave le responsabilità nei confronti di una povera ragazza di colore del tutto innocente vengono prima delle convenienze economiche, politiche, sociali o anche civili.
Anche nell'Urlo del vento si intrecciano svariate trame. Prima fra tutte, quella di un gruppo di sciacalli neri che durante l'uragano finiscono a depredare la casa di un malavitoso che ha nascosto nei muri montagne di soldi falsi e di diamanti «insanguinati». Tre dei quattro saccheggiatori vengono riconosciuti però come responsabili dello stupro di una ragazzina e in quanto tali presi a colpi di pistola. Ma l'unico a rimanerne ucciso è proprio il più giovane del gruppo, prima di allora incensurato, che nulla aveva a che fare con lo stupro. Il proprietario della casa depredata assolda un killer per tentare di recuperare soldi e diamanti, ma il malavitoso comincia ben presto a lavorare per conto proprio minacciando Dave e la sua famiglia, tra cui la figlia adottiva Alafair. Il confronto di Dave con il killer prende il sopravvento nella narrazione fino a diventare il motore principale della vicenda.
Nonostante ciò il romanzo si salva dalla banalità del genere grazie al ritratto impietoso di una New Orleans trasformata dall'uragano Katrina da «Big Easy» a «Big Sleazy» -reso nella traduzione della Brazzelli con «Il Grande Fango» - e alla lucida denuncia dell'assenza di aiuti da parte del governo durante l'emergenza. Nei suoi punti più toccanti L'urlo del vento è il canto funebre dello stesso Burke, per una New Orleans morta sotto il fango. Ma quella descritta da Burke è anche una città sepolta moralmente sotto gli interessi di chi non aspettava altro che l'occasione per disfarsi, finalmente, dei suoi quartieri più poveri, prevalentemente abitati dalla gente di colore.

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