TELEVISIONI

«Erotika», viaggio nel Belpaese

CULT Alberto D'Onofrio cura la serie sugli italiani e il sesso
PERETTI LUCA

Il sesso è una cosa molto difficile da raccontare. È per sua stessa natura qualcosa di carnale, fisico, non verbale. In Italia non siamo mai stati molto bravi in proposito, basti pensare all'esiguo numero di buoni scrittori italiani di argomento erotico. Era stata una scelta coraggiosa quindi quella di programmare Erotika, il ciclo dedicato all'erotismo e alla sessualità contemporanea. Ma, dato il successo ottenuto, Cult ha deciso di bissare con Erotika italiana, una serie di documentari sui costumi sessuali degli italiani a cura di Alberto d'Onofrio. I documentari vanno in onda sul canale 142 di Sky ogni venerdì sera alle 22.30.
Quando si parla di una serie con episodi così eterogenei, naturalmente alcuni sono più belli e/o riusciti di altri. Quello in onda questa sera è il terzo documentario, dopo Torino fetish, Torino sadomaso e Italian Gigolò. Si intitola Il gioco dello scambio ed è una lunga chiaccherata con alcuni scambisti della zona di Forlì e Ravenna. Raccontano le loro esperienze, soprattutto gli inizi, gli incontri con le altre coppie, la scoperta della trasgressione. Mentre si sentono le parole, sullo schermo scorrono immagini scure, confuse (anche per oscurare i volti), sia di rapporti sessuali sia spezzoni delle città romagnole o delle campagne. Alla lunga, la formula risulta un po' usurata , anche perchè le domande dell'intervistatore non aiutano ad uscire dalla staticità che si crea.
Sicuramente più digeribile fin dai primi minuti è Mistress all'italiana, in onda venerdì 18 luglio. É la storia di Manuela una «padrona» torinese, che in questo caso possiamo vedere in faccia raccontare la propria passione, diventato poi in un secondo tempo un lavoro vero e proprio (anche se naturalmente non riconosciuto dallo Stato). Vediamo il suo «ufficio», composto da catene, fruste, lettino e molti altri strumenti di piacere estremo. Lei viene ripresa molto spesso, ma sono anche i suoi schiavi-clienti a raccontarsi, a spiegare, quasi tutti per la prima volta, le loro abitudini sessuali. Per chi non è dell'ambiente, è un viaggio in un mondo sotterraneo e che molti non vorrebbero né vedere né sentire. Una frase esprime al meglio l'essenza di questo documentario: «La mistress offre un servizio alla società». Diverso l'approccio usato per Il kamasutra del disabile (in onda l'11 luglio) dove l'intreccio diritti civili e sessualità si svela nelle parole del protagonista, Gabriele Viti, giovane politico e disabile dalla nascita che ha da molti anni intrapreso una battaglia personale (ma non solo) per il riconoscimento «dei diritti sessuali dei diversamente abili».
Qui il racconto collettivo della vita di Gabriele viene letto attraverso varie angolazioni, da quello materno a quello di una sua vecchia fiamma o di un'amica del cuore che né sottolinea pregi ma non lesina critiche, e va di pari passo con le spiegazioni tecniche sugli approcci del ragazzo.
L'ultima puntata della serie - dal titolo Una per tutti - va in onda il 25 luglio: è la storia di gang bang a pagamento e orge in cui una sola donna ha rapporti sessuali con più uomini, spesso osservata dal marito o fidanzato.

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