SPORT

Capitan Futuro, pluriennale per De Rossi

CALCIO
PERETTI LUCA,

Chi l'ha detto che non esistono più le bandiere nel calcio? La Roma ne ha due, forse tre. La prima, naturalmente, è Totti, che in questi giorni è tornato a saltellare sui gradoni di Trigoria sotto la canicola estiva. La condizione fisica del capitano migliora sotto lo sguardo attento del fido preparatore Vito Scala e dei medici. Un'altra bandiera, ancora appesa a metà asticella, è Alberto Aquilani. Il ragazzo di Montesacro, che compirà 24 anni tra qualche giorno, è cresciuto nel vivaio ed è in procinto di rinnovare il contratto, con problemi che durano più del previsto.
E poi c'è Daniele De Rossi, che invece ha firmato, giurando fedeltà a vita alla Roma, anche se su carta solo fino al 2012. Il centrocampista, nonostante lo stipendio da favola (percepira 31 milioni di euro lordi in quattro anni), si è presentato alla firma con il suo motorino, come un ragazzo qualsiasi.
«Resto per vincere lo scudetto, resto per vincere la Champions League» ha dichiarato. «Spero di rimanere fino a quando le gambe non mi reggeranno più, ma spero soprattutto di riuscire a vincere qualcosa di importante». Con lui sperano anche i tifosi romanisti, che guardano circospetti al solito mercato sonnacchioso ma efficente a cui sono abituati. «Ma la Roma ha bisogno - dice De Rossi - solo di essere puntellata, poi se arriveranno dieci campioni va benissimo». Lui, ad andare via dalla sua squadra, non ci ha mai pensato. «Per me questa società ha lavorato molto bene - continua - la famiglia Sensi ha rifiutato tante offerte. E poi mi ha reso famoso e ricco».
Insomma, a Roma il presente ed il futuro si chiamano Daniele De Rossi. Ma il giocatore sarà un punto fermo anche nella «nuova» Italia di Lippi, per cui ha parole di stima: «Lui mi ha portato in nazionale ha creduto in me anche dopo l'episodio della gomitata ai mondiali, gli sono grato. A questo punto - continua De Rossi - visto che Donadoni ha dovuto lasciare, credo sia la soluzione migliore il ritorno di Lippi». É bello pensare che in un calcio non più romantico esistano davvero i giocatori che amano la propria squadra e restano per amore della maglia. Del resto Alberto De Rossi, il padre di Daniele, è uno dei responsabili delle giovanili giallorosse, insomma un amore di famiglia.

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