POLITICA & SOCIETÀ

«E ora schedateci tutti». Una campagna per i rom

ALBUM ITALIANO
RUSSO SPENA GIACOMO

Prelevare le impronte digitali ai bambini rom? Inammissibile. Un atto razzista. Se il provvedimento andrà avanti «daremo anche le nostre». Come gesto di protesta e indignazione. Il mondo dell'associazionismo prepara la contestazione al ministro Maroni e alla sua ordinanza che punta a «censire» gli abitanti dei campi nomadi. Anche i minori.
Così sono bastate poche ore affinché l'appello dell'Aned, associazione nazionale ex deportati, trovasse subito un gran consenso. «Se schedate rom e sinti, schedate anche noi - si legge - Il procedimento del governo richiama procedure razziste utilizzate dai regimi nazifascisti durante il secolo scorso». Già altre dichiarazioni di questo genere erano circolate, ma nessuna aveva avuto un seguito. Questa, invece, sta facendo nascere una campagna nazionale. Tante persone infatti stanno firmando l'appello e si dicono pronte a mobilitarsi. Obiettivo: dare un segnale, per «risvegliare le coscienze».
A spiegare in concreto l'iniziativa dell'Aned ci pensa Pupa Garribba, ebrea censita del '38 dal regime mussoliniano: «Il giorno in cui il campo viene schedato abbiamo intenzione di presentarci sul posto e dare anche le nostre impronte digitali. Basta sapere in anticipo la data del censimento». Una mobilitazione di massa e pacifica volta a dar sostegno ai rom e a lanciare un messaggio all'opinione pubblica. «Appello condivisibile e giusto che sottoscriveremo», è il commento che va per la maggiore nel mondo dell'associazionismo. «E' un modo per arrestare il razzismo istituzionale», afferma Antigone che poi punta il dito contro il «grave silenzio» del Pd sulla questione.
Non manca però nel mondo del sociale chi, pur guardando «con simpatia» la proposta dell'Aned, preferisce intervenire in altri modi, magari «vigilando quotidianamente all'interno dei campi». Come nel caso della Caritas. Intanto l'Arci prepara per il 7 luglio un'iniziativa in due luoghi «dello sterminio e del razzismo di massa» contro gli ebrei durante la II guerra mondiale: a Portico d'Ottavia (Roma) e al binario 21 della stazione di Milano. Previsti spettacoli e dibattiti in cui si raccoglieranno in appositi banchetti le impronte digitali. Di tutti. Verranno poi inviate al Viminale. «Maroni nel distinguere tra buoni e cattivi finisce per colpire tutti, è in malafede - spiega Filippo Miraglia dell'Arci - Ormai si è superato ogni limite, rievocare le leggi razziali non è eccessivo». Parole forti che non trovano il plauso di Renzo Gattegna, presidente dell'Unione comunità ebraiche (Ucei), il quale pur attaccando le scelte del ministro, preferisce non far confronti col passato: «Ci vuole senso delle proporzioni». Le associazioni sono comunque compatte nel dire no al provvedimento del governo e sono pronte a contrastarlo. Anche «dando» le proprie impronte digitali.

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