INTERNAZIONALE

Il pianto della Cina, l'intero paese fermo tre minuti

PIERANNI SIMONE,Pechino

Alle 14.28 di ieri per tre lunghi minuti la Cina si è fermata. Per strada, negli uffici, nei negozi, nelle fabbriche, nelle stazioni, ovunque. Braccia lungo i fianchi, sguardo a terra, commosso. Alcuni piangono, altri nella notte cinese accendono fuochi improvvisati per la strada e si radunano in circolo attorno ad esso. Ognuno tiene in mano un fiore bianco, vero o fatto con la carta, simbolo tradizionale per ricordare i morti. A Shanghai 100mila candele hanno illuminato la Piazza del Popolo. Durante i tre minuti di raccoglimento, il sottofondo spettrale dei clacson delle auto e delle sirene delle navi ha sancito la tristezza di una nazione, a una settimana esatta dall'inizio di tante scosse di terremoto che hanno messo in ginocchio il Sichuan, regione del sud ovest cinese. Il paese si è stretto intorno alle vittime, ai suoi governanti: tre giorni di lutto nazionale, bandiere a mezz'asta, chiusi i locali dediti al divertimento, bloccato il percorso della fiamma olimpica. Il presidente Hu Jintao e il premier Wen Jiabao hanno osservato i tre minuti di silenzio nella residenza governativa iperprotetta e sicura di Zhongnanhai, a Pechino.
Dal Sichuan, del resto, le notizie sono sempre più drammatiche: 71mila le potenziali vittime, secondo una nota del governo: 32.476 i morti accertati, altri 9.509 corpi sarebbero ancora sotto le macerie, mentre 29.418 sono i dispersi. I feriti sono 209.914. La Ccct, che dalla mezzanotte di domenica procede a reti unificate in una interminabile diretta, nel notiziario di tarda serata di ieri ha annunciato che oggi potrebbero esserci nuove scosse, dal sesto al settimo grado della scala Richter. Scosse e movimenti della terra che non si sono mai fermati. Ieri 200 soccorritori sono rimasti sepolti sotto una frana, una colata di fango. Numeri che vanno a coprire i tanti recuperi miracolosi: ancora ieri una donna è stata estratta viva dalle macerie. Nelle zone colpite dal terremoto le attività fremono: si mettono in piedi prefabbricati, si dotano di energia elettrica le migliaia di tende dove sono rifugiati i senza tetto, continuano ad arrivare cibo, coperte ed ogni cosa che serva all'occorrenza. Si abbattono anche i cani che vagano affamati fra le macerie. Lo scopo è quello di proteggere la popolazione da attacchi e diminuire il rischio di malattie. «Da quando c'è stato il terremoto, i cani della contea per lo più non non sono stati nutriti da nessuno e sono diventati randagi», hanno detto funzionari locali citati dall'agenzia Nuova Cina, che ha aggiunto il macabro dettaglio: i cani abbattuti saranno disinfettati e sepolti in fosse profonde.
Nel frattempo i corpi di uomini e donne morti e ammassati disegnano uno scenario apocalittico. Vita quotidiana in una zona in clamorosa emergenza. Vita quotidiana che tenta disperatamente di ricominciare: i 508 studenti sopravvissuti al crollo della scuola media di Beichuan, l'istituto scolastico maggiormente colpito dal sisma del 12 maggio, ieri sono tornati in classe. 1300 fra insegnanti e allievi sono morti o rimangono dispersi sotto le macerie. I 508 ragazzi che hanno ripreso a studiare sono quelli che devono affrontare l'esame di fine ciclo, riferisce l'agenzia stampa di stato Xinhua. Trasferiti nella città di Mianyang, ieri hanno ricominciato le lezioni. La classe è stata ospitata negli studi televisivi del Changhong Group, che ha promesso i fondi per ricostruire la scuola. Non mancano i danni economici: il terremoto nella regione del Sichuan potrebbe costare alla Cina tra 0,2 e 0,7 punti di crescita del Pil nel 2008, anche se, cinicamente, il sisma potrebbe innescare un incremento degli investimenti per la ricostruzione, in una zona che lo scorso anno ha contribuito al Pil nazionale per circa il 4,3%.
Una giornata in bianco e nero, quella di ieri, la cui differenza dalla consueta frenetica vita cinese era palpabile. O visibile fin dal mattino, con i giornali nelle edicole bardati a lutto: nessun colore, ma messaggi in bianco e nero. Anche sul web si è provveduto ad agire. Eliminati dai siti i banner commerciali, inseriti in home page riferimenti alla giornata di lutto. Per ordine del ministero della Propaganda, i siti di giochi e divertimento on line saranno spenti per tre giorni.

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