DAL VOTO

Roma, Sinistra forte solo nei «territori»

SETTE GIACOMO,Roma

Anche la sinistra ride. E di questi tempi è una novità. Le elezioni amministrative a Roma dimostrano come l'Arcobaleno sia ancora capace d'essere una forte attrattiva, in alcuni casi: il radicamento sociale sembra essere la marcia in più. Così gioiscono i tre presidenti municipali «rossi» che hanno visto riconfermato il proprio mandato al primo turno. Al Comune invece ha sbancato il candidato Tarzan, Andrea Alzetta, esponente del movimento Action, eletto consigliere. Stesso discorso per la provincia dove hanno ottenuto ottimi risultati rappresentanti del mondo dell'associazionismo.
«I dati registrati nelle zone in cui abbiamo in piedi vertenze sociali e radicamento politico sono confortanti - afferma Patrizia Sentinelli, coordinatrice romana della campagna elettorale di Sa - Alla base della nostra sconfitta alle politiche c'è stata l'incapacità di intercettare i bisogni delle fasce popolari». Tengono banco i dibattiti sugli operai che votano Lega e sulle borgate abbandonate al degrado schierate con la destra. Senza considerare lo scollamento con intere parti della società. «Non siamo riusciti a prospettare il futuro - continua Sentinelli - Non abbiamo colto le vere contraddizioni della società».
Torna di moda così il motto che la sinistra è tale solo se «nasce dal basso». Anche se non vengono sottovalutate le esperienze interne alle istituzioni: «Il rapporto governo- movimenti è possibile - spiega il segretario romano del Prc Smeriglio - E' un fatto di dialettica politica e sociale, devi articolare il tuo progetto». Ovvio che il modello funziona se «vengono prese dall'alto scelte coraggiose e si ripudia il potere come mero apparato burocratico». E coi ballottaggi c'è il rischio che si affievolisca questo meccanismo nei municipi e in Campidoglio che potrebbero passare in mano alla destra.
«E' in ballo una delle poche casematte rimaste - conclude Smeriglio - Dobbiamo gridare a una grande mobilitazione di tenuta democratica e antifascista». La Sa si deve accontentare per il momento del 4,5% al Comune e del 5,7 alla Provincia, con 2 consiglieri (meno della metà rispetto alle scorse amministrative) per ogni istanza. Che potrebbero diventare 3 col premio di maggioranza. Motivo in più per compattare l'alleanza con Rutelli e Zingaretti. Nei municipi invece l'enplain dei minisindaci è stato sfiorato.
Cardente in IV municipio e Mastrantonio in VII si sono fermati al 49%. Chi ce l'ha fatta subito sono stati Sandro Medici in X, Andrea Catarci in XI e, a sorpresa, Susi Fantino in IX. Con la Sinistra che è schizzata anche sopra al 7%. «L'istituzione - dice Medici - non deve essere solo una sponda politica per i movimenti ma deve vivacizzare le lotte sociali, essere un soggetto attivo nel quartiere». Vengono premiate le esperienze di partecipazione attiva («Nell'urbanistica qualsiasi decisione viene fatta consultando i comitati»), l'agenzia diritti per i soggetti «invisibili» e le battaglie sul diritto all'abitare.
«La sinistra vince se si rapporta con la società civile e se crea immaginario», aggiunge Gianluca Peciola, assessore uscente in XI municipio e candidato alla provinciali (è arrivato terzo con l'8% preso nel suo collegio). Poi ha pronta la risposta al federalismo della Lega con l'idea del «neomunicipalismo»: «Bisogna sperimentare nei territori - spiega Peciola - in modo da creare comunità locali».
Ma chi in queste elezioni ha veramente stravinto sono due esponenti, che poco hanno a che vedere con le forme classiche della rappresentanza: Andrea Alzetta al Comune e Gino De Paolis in Provincia. Tarzan è arrivato primo come preferenze (ottenendo circa 2 mila consensi e distaccando di 500 voti il secondo in lista), lui che del diritto all'abitare (e dell'illegalità) ha fatto una ragione di vita: «Questa è una vittoria dei movimenti. Il popolo della sinistra chiede radicalità, da qui si deve ricominciare per un nuovo soggetto politico - afferma Alzetta - La Sa ha avuto la colpa grave di non ascoltare i bisogni del paese». Chi invece è sia militante di partito che promotore di vertenze sociali è De Paolis. Che nel suo collegio di Civitavecchia ha preso l'11,6%. «Merito del collettivo», si schernisce. Poi spiega le ragioni della vittoria: le rivendicazioni salariali e sindacali dei portuali di zona in primis. Inoltre è «agitatore» dei No-coke, il movimento che si batte contro l'uso del carbone. Buoni auspici per la sinistra che verrà.

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it