DAL VOTO

Sinistra in calo, male Grillini

Arcobaleno al 4,6%, bene la lista Grillo. Fallisce il voto disgiunto
SETTE GIACOMO,Roma

Si perdono voti ma non la faccia. «Morti a livello nazionale - commentano i dirigenti locali - e in vita a quello cittadino». Insomma lontani dal risultato ottenuto alle amministrative del 2006 ma in crescita rispetto alle politiche che hanno dato un risultato ingiurioso: alla Camera e al Senato la Sinistra Arcobaleno a Roma si è fermata al 3,6%. Una Waterloo. Non sono serviti nemmeno gli auspici per evitare il ballottaggio, colpa non imputabile al candidato sindaco socialista Franco Grillini che si ferma a un misero 1%.
«E' un risultato positivo rispetto al nazionale - dice Patrizia Sentinelli, coordinatrice della campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno a Roma - Avevamo fiducia sul risultato territoriale, che abbiamo sempre tenuto distinto». Bicchiere mezzo pieno. I dati, se confrontati con le ultime comunali, sono infatti severi. La Sa si è fermata in questa tornata intorno al 4,6%, meno della metà del 2006: in quel caso Rifondazione prese il 5,4, i Verdi per Veltroni il 4,8 e il Pdci l'1,5. Quasi il 12%, senza contare Sd. «Non si può fare il confronto con la sommatoria dei risultati delle ultime amministrative - sentenzia Sentinelli - Il nostro progetto politico è una cosa nuova». La percentuale persa viene attribuita alla «polarizzazione della politica» e alla enorme frammentazione romana: la lista Amici di Beppe Grillo, che ha fallito un po' ovunque, ha invece rosicchiato consensi alla sinistra. Poi il vento di destra che ha sfavorito tutta la coalizione. «Credevamo di esser penalizzati per l'alleanza col Pd - dice il segretario romano del Prc Massimiliano Smeriglio - invece si è andati meglio. La via delle casematte all'interno del centrosinistra è una via complicata ma giusta». «Il paese ha introiettato il bipolarismo - aggiunge Sandro Medici, candidato presidente al municipio X per il centrosinistra - Se ti posizioni fuori sei punito. L'arcobaleno è destinato ad essere prigioniero».
Analizzando il voto, la Sa raccoglie maggiormente nei quartieri in cui sono in piedi conflitti sociali, nuove progettualità di comitati di zona e case della sinistra. «Da lì si deve ripartire», dicono. Però il numero dei consiglieri calerà dai 9 attuali a 3. Per i nomi bisogna aspettare questa mattina. In più c'è la grana ballottaggio, che la sinistra ha cercato in tutti modi di evitare. «Certo sarebbe stato meglio trionfare al primo turno - sostiene Sentinelli - ma per vincere al secondo bisogna lavorare tutti uniti, rimotivando l'elettorato: andare al seggio per sconfiggere la destra». Non si parla per il momento di aperture nè all'Udc di Ciocchetti nè alla Rosa Bianca di Baccini. «Rutelli è un galantuomo - spiega Smeriglio - abbiamo fatto un accordo programmatico e strategico tra sinistra e Pd. Se serviranno nuove alleanze, siamo disposti a verificare tutto ma siamo convinti che non verrà messo in discussione l'asse della coalizione». Intanto Grillini incassa il fallimento di quel voto disgiunto a cui s'era appellato: «In questa campagna elettorale ho fatto vivere temi importanti come la laicità e i diritti civili». Poi, ammette, «mi sarei aspettato qualcosa di più». E ha già annunciato che non farà mancare il suo apporto al ballottaggio: «Se Rutelli ce lo chiede sulla base di un dialogo costruttivo saremo disponibili ad un apparentamento». Obiettivo, fermare l'avanzata di Alemanno.

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