Il Messico si riannette i confini di inizio '800: California, Texas e qualche altro stato statunitense tornano a sud, a prima della guerra Messico-Usa (1845-1848), quando ancora non c'era un muro a dividere i due paesi e la California si chiamava Alta California.
È quello che succede «in a Absolut world», il mondo assoluto disegnato per la nuova campagna pubblicitaria della vodka. Un messaggio indirizzato esclusivamente al mercato messicano, ma il cui impatto ha tracimato a nord, oltre la frontiera, sfiorando l'incidente diplomatico. Il Los Angeles Times di ieri segnalava che lo spot ha rigenerato l'acceso dibattito sui flussi migratori tra il paese azteco e il suo guardingo vicino, mentre dal suo blog Michelle Malkin, volto televisivo e editorialista conservatrice, aizzava i naviganti a imbracciare il boicottaggio del marchio contro una possibile reconquista. Alla fine è arrivata la solita lettera dell'azienda, ora di proprietà della francese Pernod Ricard, che pochi giorni fa ha versato nelle casse del governo svedese 5,63 miliardi di euro, una delle cifre più alte nella storia del mercato degli alcolici. «In nessun modo l'annuncio intendeva offendere, disprezzare o promuovere una campagna per alterare le frontiere... È una campagna globale, la gente di differenti parti del mondo può interpretare i nostri annunci in diversa maniera», ecc ecc con tante scuse.
La pubblicità in questione, che recupera una mappa dell'America precedente al trattato di Guadalupe Hidalgo, con i territori dell'Alta California e Santa Fè de Nuevo Mexico sotto la bandiera tricolore, è un'invenzione dell'agenzia messicana Teran/Tbwa all'interno della campagna «in a Absolut world». Cioè un pianeta sottosopra, idealizzato e un po' naïf dove l'affitto di un grazioso appartamento nel cuore di Manhattan costa 300 dollari al mese e gli scontri tra polizia e manifestanti si infiammano a colpi di cuscino in piuma d'oca.