AL VOTO

Cuffaro ha ancora la scorta, protestano gli agenti dei Silp

Sicilia
PECORARO ALFREDO,Palermo

Dopo la condanna a cinque anni per avere favorito singoli mafiosi s'è dimesso da governatore della Sicilia, eppure Totò Cuffaro continua ad avere la scorta. A turno dieci poliziotti, dell'ufficio speciale di ps, che si torva all'interno della presidenza della regione siciliana, lo seguono ogni giorno, dalle 8 alle 20. Gli straordinari agli agenti li garantisce la regione, fondi pubblici usati per scortare un uomo politico che non ricopre più cariche istituzionali e che i giudici di primo grado considerano favoreggiatore di personaggi mafiosi. Il Silp, il sindacato di polizia della Cgil, ha posto il problema di fronte a circa 150 poliziotti della questura di Palermo, riuniti ieri in assemblea. «Vogliamo sapere - dice il segretario nazionale Federico Schillaci - per quale motivo Cuffaro ancora oggi sia scortato e tutelato alla stessa maniera del procuratore nazionale Piero Grasso e dei tanti magistrati che lottano contro Cosa nostra e rischiano la vita». Secondo il Silp, il mantenimento degli agenti di scorta al vice segretario dell'Udc «disorienta l'opinione pubblica, che non capisce perché un politico condannato per un reato grave debba avere le stesse tutele date ai magistrati antimafia». L'ufficio speciale di ps, che si occupa di scortare chi ricopre il ruolo di governatore della Sicilia, non dipende dalla questura, ma direttamente dal ministero degli interni, al quale Schillaci si rivolge «perché venga fatta chiarezza». Cuffaro tra l'altro è candidato al senato in Sicilia e quindi impegnato in campagna elettorale. Lo è anche Oronzo Cosi, anche se corre nel Lazio, ma sempre per palazzo Madama. La candidatura nell'Udc di Cosi, segretario generale in carica del Siulp, il principale sindacato di polizia vicino alla Cisl, sta creando polemiche. La segreteria di Trapani del Siulp si è dissociata dalla scelta e ha diffidato il proprio leader «a non utilizzare il nome del Siulp in campagna elettorale». «Non possiamo avere una deriva corporativistica - sostengono i dirigenti sindacali - e non possiamo permetterci di essere strumentalizzati politicamente».
Per i dirigenti trapanesi «questa operazione condotta da Cosi è stata avallata dal cartello sindacale formatosi negli ultimi anni, con l'obiettivo di avere un rappresentante delle forze dell'ordine nel nostro parlamento» e ricordano che l'articolo 29 dello statuto del Siulp considera incompatibile la candidatura politica col mantenimento della carica sindacale. Critiche a Cosi anche dal Silp per la Cgil. «Ognuno è libero di fare le proprie scelte, ma - osserva Schillaci - non ci si può candidare e continuare a ricoprire il ruolo sindacale come se nulla fosse, creando imbarazzo tra i poliziotti». Ma Cosi non è l'unico dirigente sindacale della polizia a tentare il salto in politica. In lizza c'è anche Filippo Saltamartini, candidato al Senato per il Pdl in Sardegna, ritenuto vicino a An. Saltamartini, leader degli autonomi del Sap, non deve vedersela con i paletti del suo statuto, che non dice nulla sulle incompatibilità tra cariche dentro e fuori il sindacato. Con Cosi e Saltamartini candidati, la polizia di Stato vira ufficialmente a destra: Siulp e Sap, rappresentano oltre il 50% del totale dei poliziotti sindacalizzati.

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