VISIONI

«Rebecca», due puntate per risollevare Raiuno

SBARIGIA GIULIA,Roma

Il direttore di Raiuno Fabrizio del Noce invoca controlli sull'auditel, ancora non si spiega il flop di Sanremo, ma poi ammette che, in effetti, la stagione della sua rete «non è stata granché: poco prodotto, molte repliche, le italiane troppo presto fuori dalla Champions League». In soccorso gli arriva Rebecca, la prima moglie, miniserie in due puntate, sceneggiata da Patrizia Carrano e con la regia di Riccardo Milani, che lunedì 7 e martedì 8 aprile (ore 21.10) non teme rivali: su Canale 5 danno il Grande fratello, Italia 1 propone La mummia, quello del '99, stravisto sul satellite e Bud Spencer e Terence Hill su Rete 4 non fanno certo paura.
Alessio Boni, nel ruolo che fu di Laurence Oliver nel primo film americano di Hitchcock (vincitore di due Oscar: regia e fotografia), è marchio di successo televisivo: dalla Meglio gioventù a Guerra e pace e fino a Caravaggio non ne ha sbagliata una. Il paragone con l'illustre precedente è talmente improbabile da non procurargli problemi: «Se il film di Hitchcock fosse uscito pochi anni fa, magari ci avrei pensato. Ma non voglio essere un secondo Olivier se sono un primo Boni».
Accanto a lui Cristiana Capotondi veste i panni tragici della seconda moglie che non regge il confronto, perseguitata dal fantasma di Rebecca e vessata dalla livida governante. Dallo spot del Maxibon l'attrice ne ha macinata di carriera: Vacanze di Natale '95, Notte prima degli esami, la serie tv Orgoglio, la candidatura nella lista under 30 di Rutelli alle comunali romane, cui ha dovuto rinunciare per non cozzare contro la legge sulla par condicio - «la politica mi interessa, ma il mio lavoro è questo e ho rinunciato per non danneggiare anche il lavoro di tanti miei colleghi», ha annunciato definitivamente ieri - e ora la parte di Jennifer che nell'originale del 1940 ha il volto di Joan Fontaine.
Le due puntate, prodotte dalla Titanus di Guido Lombardo per Rai Fiction, possono vantare la partecipazione di Mariangela Melato, che torna alla fiction dopo 12 anni: la sua ultima incursione in tv risale al '96, protagonista allora de L'avvocato delle donne tratto dal romanzo di Tina Lagostena Bassi. Invecchiata più che per L'affare Makropulos ronconiano, si immerge nella perfida psicologia della signora Danvers - oscuramente dipinta da Daphne Du Maurier nel suo romanzo e già interpretata per il grande schermo da Judith Anderson - la governante di casa Manderley e protettrice della memoria di Rebecca la prima moglie. Ancora un ruolo hitchcockiano per la stella del teatro e del cinema italiano, come la dark lady che visse due volte del Lutto si addice ad Elettra di O'Neill, versione kolossal del '97 targata Ronconi. «Ci voleva Rebecca per togliermi dal mio amato teatro. Faccio poca fiction, ma solo perché non mi chiamano. Penso che soprattutto per le attrici, i ruoli più belli e completi oggi non li dia il cinema italiano ma la tv. Ho accettato questa Danvers perché da donna buonissima quale sono mi ha fatto tirare fuori tanti anni di cattiveria accumulata e repressa, la parte peggiore di me finalmente si vedrà. Ed è stato un grande divertimento interpretare una donna così lontana da me», ha raccontato per spiegare la sua attrazione per questo personaggio rabbioso, ossessivo, velatamente omosessuale in questo amore represso («ma si capisce che ne è perdutamente innamorata»).

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