INTERNAZIONALE

«Processo da rifare. Mobilitiamoci»

Silvia Baraldini
RUSSO SPENA GIACOMO

«Non è neanche una mezza vittoria». Non si fa prendere da facili entusiasmi Silvia Baraldini. Lei, nota militante politica, conosce alla perfezione quella giustizia americana che l'ha condannata a 43 anni di carcere per concorso in evasione e associazione sovversiva. Erano gli anni delle Black Panthers. Estradata nel 1999 in Italia, dopo quasi vent'anni di prigionia Usa, è uscita dal carcere solo nel 2006. «La battaglia inizia ora. - dice - Si deve riaprire il processo».

Un passo alla volta. Un commento sulla sentenza.
La trovo problematica. La Corte ha affermato che entro 180 giorni lo Stato della Pennsylvania può riaprire il processo: si deciderà nuovamente se dovrà essere condannato a morte o al carcere a vita. Se invece non verrà concessa la nuova udienza, la pena si trasformerà automaticamente in ergastolo. Questa sentenza non chiude una pagina ma la apre: l'obiettivo è arrivare a una nuova udienza che copri quei buchi neri emersi in questi anni.

Per te come andrà a finire?
Con l'ergastolo per Mumia.

Comunque un bene. Non verrà condannato a morte.
Quando la pena di morte viene eliminata è sempre un passo positivo, ma la vittoria sarebbe stata la possibilità di rimettere in discussione il processo. Gli stessi movimenti che lo hanno sempre sostenuto sono arrabbiati. La legge americana recita «Colpevole oltre ogni dubbio» e nell'udienza su Mumia i dubbi su come si è arrivati alla sua colpevolezza sono moltissimi.

E ora bisogna sperare che lo stato del Pennsylvania si esprima.
Questi 180 giorni sono quelli decisivi. Tutti si devono mobilitare, anche a livello internazionale. Lunedì negli Usa è già stata fissata una manifestazione per chiedere la riapertura del caso e per riaffermare la sua innocenza. Intanto il suo difensore ha chiesto un'udienza davanti a tutti i giudici della Corte d'appello per riargomentare la posizione di Mumia. Si dice disposto a andare fino alla Corte suprema. Poi bisogna assicurarsi che lo Stato proceda questa volta in maniera trasparente.

Ti aspetti mobilitazioni anche in Italia? Non c'è il rischio che molte persone vedano già una vittoria nella sospensione della pena capitale?
In Italia oltre a una sensibilità sul tema della pena di morte c'è un forte garantismo. Mi aspetto coerenza. Qui stiamo davanti a un processo farsa. Il giudice italo-americano ha fatto apertamente dichiarazioni razziste prima dell'inizio dell'istruttoria. Non poteva emettere la sentenza. Poi non si è fatta testimoniare gente presente la sera della sparatoria. Non coincidono nemmeno i proiettili. E' dal 1982 che Mumia si professa innocente e col passare degli anni sono emerse prove che rafforzano la sua tesi. Bisogna arrivare a un nuovo verdetto. Giusto.

Negli Usa soprattutto nella giustizia c'è un problema più ampio di impianto discriminatorio per gli afro-americani ?
Sicuramente c'è un problema. Soprattutto nella composizione delle giurie, quasi esclusivamente composte da bianchi, e nell'applicazione della pena di morte. Il più delle volte è su afroamericani. Le condanne maggiori sono arrivate alla fine degli anni settanta, quando c'era una lotta più sociale e esplicita dei diritti degli afro. Che lo Stato ha represso con durezza. Ma la discriminazione c'è anche ora. Negli Usa c'è un rapporto tra la polizia e le diverse comunità afro americane basato sulla violenza dei primi sui secondi. Ma solo raramente escono notizie di pestaggi o addirittura di uccisioni.

Ma qual è il dibattito interno agli Usa su l'uso della pena di morte? Mi sembra che il fronte dei contrari stia crescendo.
I cosiddetti abolizionisti sono sempre esistiti, ma quello che sta cambiando è il loro impatto nell'opinione pubblica. La percentuale tra favorevoli e contrari è ora 50 e 50. Prima gli americani erano per la maggior parte pro pena di morte. Adesso grazie al rilevamento del Dna si è scoperto che molti condannati a morte erano in realtà innocenti. Sono emersi dubbi allora su quante fossero le esecuzioni sbagliate prima. Ora si è aperto anche il dibattito sulle iniezioni letali: si è scoperto che non sono un metodo indolore.

La moratoria Onu non ha avuto alcun peso sulla decisione?
Non so. La moratoria è sicuramente un passo ma ora si deve trasformare in realtà. Altrimenti è una vittoria abbastanza vuota.

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