AL VOTO

Neo convertito di guerra, il papa deve prendere le distanze

«Aver accolto Magdi Allam nella chiesa non significa sposarne tutte le posizioni». Nota ufficiale per limitare il rischio di una nuova Ratisbona
DE CILLIS MIMMO,Roma

La polemica sul battesimo di Magdi Cristiano Allam si chiude con una nota ufficiale della Santa sede. Il Vaticano prende in qualche modo le distanze dalle idee e dalle affermazioni bellicose del neoconvertito e cerca così di spegnere i fuochi che, proprio nella settimana pasquale - quella della pace e della gioia, tutta dedicata alla resurrezione - l'avevano di nuovo trascinato nella brace delle offensive, degli editoriali, delle dichiarazioni sdegnate di intellettuali e gruppi musulmani e non. Una vera e propria graticola dove papa Ratzinger si è ritrovato per l'ennesima volta considerando gli episodi che, nel pur breve tempo di pontificato, lo hanno visto protagonista assoluto. Da Ratisbona fino alla mancata lezione alla Sapienza. Ora i tuoni e fulmini piovuti sul Cupolone dopo il battesimo offerto in pompa magna al vicedirettore del Corriere della Sera, il giornalista egiziano che da anni ormai attacca l'islam moderato e radicale, europeo e arabo. Allam è convinto, lo ha ribadito mille volte, che l'islam sia «fisiologicamente violento e storicamente conflittuale» dunque sia una religione da aborrire.
Proprio da queste idee oggi la Santa sede si vede costretta a prendere le distanze, specificando, in una nota del portavoce padre Federico Lombardi, che «accogliere nella chiesa un nuovo credente non significa evidentemente sposarne tutte le posizioni». «Magdi Allam - ha aggiunto - ha il diritto ad esprimere le proprie idee, che rimangono idee personali, senza evidentemente diventare in alcun modo espressione ufficiale delle posizioni del papa o della Santa sede».
I distinguo sono necessari anche nel considerare da un lato l'atto privato della scelta personale di conversione, dall'altro la solenne messa pasquale che per la chiesa è il centro di tutto l'anno liturgico: «La liturgia della veglia pasquale - ha detto Lombardi - è stata celebrata come ogni anno, e la simbologia della luce e dell'oscurità ne fa parte da sempre: certo è una liturgia solenne e la celebrazione in san Pietro da parte del papa è una occasione molto particolare. Ma accusarla di 'manicheismo' manifesta piuttosto una non comprensione della liturgia cattolica che una critica pertinente al discorso di Benedetto XVI».
Luce e tenebre; acqua come luogo di morte da cui rinascere a nuova vita; vesti bianche, incenso e canti; banchetto con pane e vino: la chiesa ama utilizzare nella veglia di pasqua, sorgente stessa della fede cristiana, tutto il suo vasto repertorio di simboli della sua secolare tradizione. Sta di fatto che proprio in tale solenne cornice si è inserito - certo con il compiaciuto benestare vaticano - il rito del battesimo di Allam, che ha assunto così un rilievo internazionale.
Una celebrazione «in tono minore», o in un altro momento, non avrebbe forse impedito lo scoppio di polemiche che faticosamente (visti anche gli interventi dell'Osservatore Romano) si è cercato di disinnescare? La lezione di Ratisbona non ha insegnato a trattare con ben altra delicatezza i rapporti con il mondo islamico, che pure nei mesi scorsi il Vaticano ha cercato di ricucire (vedasi la Lettera dei 138 intellettuali)? Sono domande che Oltretevere restano oggi lettera morta, perse fra i meandri di una burocrazia soffocante che spesso perde di vista l'essenziale.

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