«Giustizia è fatta», avrà pensato Valentino Rossi stringendo la mano al direttore dell’Agenzia delle entrate Massimo Romano, durante la conferenza stampa di ieri pomeriggio a Pesaro. Da evasore pentito, pagherà allo stato italiano 35 milioni di euro (in dodici rate trimestrali da un milione e mezzo l’una): 19 per il periodo 2001-2005 (il 2000 è stato condonato), 16 per il 2005-2006 e nel 2007 presenterà la denuncia dei redditi in Italia. L’ha spuntata con uno sconto record sulla multa che avrebbe dovuto pagare (112 milioni) per essersi spacciato come londinese acquisito doc, mentre nella realtà era rimasto un verace e convinto tavulliese. E magari anche il funzionario statale si sarà fatto quattro risate pensando ai milioni fatti incassare al Fisco: quello della sezione pesarese è stato infatti il maggior accertamento fiscale (con adesione) su persona fisica che la storia italiana ricordi. E, scommettiamo, anche una delle maggiori riduzioni accordate, almeno in termini assoluti.
I contribuenti onesti di uno dei paesi in cui la pressione fiscale è tra le più alte, staranno invece pensando con un qualche disappunto a quei 112 milioni chiesti all’inizio per 60 di evasione totale. Il direttore dell’agenzia delle Entrate ha spiegato: «La volontà affermata da Rossi di rispettare le regole fiscali dovrà rappresentare uno stimolo e un esempio per i tanti personaggi noti e meno noti che, spesso fuorviati da cattivi consiglieri, hanno portato la residenza fuori dall'Italia per motivi fiscali». Il succo sarebbe che Valentino deve essere d’esempio? Perché uno sconto di quasi 80 milioni di euro su una multa di 112 non è roba da poco. Ci si potrebbe fare un pensierino tutti.
Ma la conferenza stampa è un equivoco dietro l’altro, a voler essere maligni: «Ho fatto quello che dovevo fare - ha detto Valentino - mi son preso le mie responsabilità. Non potevo permettermi un lungo ed estenuante contenzioso. Secondo me ho fatto la scelta giusta. Ora sono pronto a ricominciare. Penso che i miei fan saranno abbastanza contenti. Con l'andare del tempo vedremo se la mia immagine sarà come prima. Da quello che mi dice la gente comunque l'umore generale è abbastanza positivo». Pronto a ricominciare «più sereno e tranquillo», dunque. Certo non ad evadere, ma a correre in sella alla moto, lasciando alle spalle parecchi milioni e l’ultima annataccia in pista. Rossi punta a tornare il più forte e riprendersi il trono iridato strappatogli prima da Hayden e poi da Stoner. La faccenda interessa pure l’Erario. «Ovviamente auguriamo a Valentino Rossi nuovi grandi successi - ha chiarito Romano - seppure con un po’ di interesse fiscale, perché le sue vittorie porteranno altri soldini all’Italia che ne ha bisogno».
Intanto proprio fuori dall’aula, gremita di giornalisti, cameraman e fotografi, stavano i dipendenti dell’Agenzia delle entrate. Chiedevano il rinnovo delle retribuzioni al grido di «Contratto, contratto» (che è scaduto da oltre due anni) e «Vergogna, vergogna» indirizzato all’ospite illustre e alla dirigenza dell’Agenzia. Uno striscione steso fuori dall’edificio recitava «Va bene il 46 (il numero di Valentino, ndr), ma adesso fuori gli sghei (i soldi)», più chiaro di così. La loro voce ha interrotto a più riprese la conferenza stampa, ma senza disturbare troppo. Perché sono questioni da poche decine di euro l’anno.
Intanto Valentino spiegava come era stata dura l’estate scorsa affrontare «tutto quel casino». Tra un bagno (sempre presunto) con la Canalis e una notte in disco, deve essere stato in effetti un periodo massacrante. Messi da parte manager, commercialisti e cattivi consiglieri, si è affidato all’esperienza di Victor Uckmar che ha condotto per lui la trattiva col Fisco. «Abbiamo trovato l'accordo perchè sia io che l'Agenzia avevamo lo stesso obiettivo, il mio ritorno in Italia» ha detto poi il pilota, senza considerare che per lo Stato lui, dall’Italia, non se ne è mai andato. «Certo, 35 milioni di euro sono un sacco di soldi, ma va bene così».
La fantasia italiana tuttavia non ha limiti e ne ha partorita un’altra delle sue. Il Codacons ha lanciato un’iniziativa quantomeno curiosa: il club dei signor Rossi, per uno sconto consistente sulle tasse, pari almeno a quello accordato al più famoso tra gli omonimi: il 68,75%. In un comunicato il Codacons fa sapere che organizzerà una conferenza stampa «nella speranza che i mezzi di comunicazione siano altrettanto attenti e puntuali nel pubblicare la soddisfazione dei cittadini che ne fanno parte». Ieri i mezzi di comunicazione c’erano davvero tutti, per vedere Valentino che pagava «la penitenza». Come fosse uno show, con l’assegnone consegnato in diretta televisiva come al vincitore della lotteria americana o alle cene di beneficenza per i poveri.