LA PAGINA 3

Sì al Piano, chiusura con botte

RUSSO SPENA GIACOMORoma

Voleva finire alla grande per lanciare la sua sfida a Berlusconi. E per farlo non ha guardato in faccia a nessuno. Così Walter Veltroni è riuscito a far approvare ieri sera il nuovo piano regolatore per Roma. In tempo per poter dimettersi questa mattina. Voleva lasciare da imperatore assoluto, facendo approvare il primo strumento urbanistico «politico» dal 1910 a oggi. I leader del Pd hanno blindato il provvedimento, fregandosene dell’ostruzionismo dell’opposizione. E soprattutto lavandosi le mani della questione casa, vera piaga della capitale. Alla fine il consiglio comunale non ha votato l’ordine del giorno invocato dai movimenti di lotta per la casa, che ieri pomeriggio in Campidoglio si sono visti respinti le loro richieste dalle cariche della polizia.
Una giornata, quella di ieri, tesa fin dal primo pomeriggio con i movimenti (Action, Coordinamento cittadino lotta per la casa e Comitato obiettivo casa) che si erano dati appuntamento alle 15 sotto la statua di Marco Aurelio per vigilare sul rispetto dei patti. Infatti già venerdì si erano presentati in Campidoglio per far inserire nel piano regolatore un ordine del giorno sull’emergenza abitativa: l’implemento della delibera 110, il blocco degli sfratti per morosità e degli sgomberi degli immobili occupati, tra cui quello dell’ex ospedale Regina Elena e della Magliana. Ci erano riusciti dopo ore di tensione con polizia e l’occupazione dell’aula Giulio Cesare.
Ieri il secondo atto. In ballo c’è una partita che non si può lasciare in mano al Palazzo. «Ci avevano detto - dicevano nel pomeriggio - che lo avrebbero votato. Siamo qui per controllare». In effetti ce n’è bisogno, le sorprese arrivano a valanga. Alle 16 la prima. «C’è stato - spiega Paolo Di Vetta del Blocco precario metropolitano - un incontro tra Galloro (delegato alla casa del comune, ndr ) e i sindacati. L’odg ha avuto qualche modifica: siamo in attesa di leggerlo». Il tutto in un Campidoglio militarizzato. Ai manifestanti è stato vietato anche di usare l’amplificazione e di appendere striscioni. Inizia la partita a scacchi dentro e fuori l’aula del consiglio comunale. Non si capisce come è stato modificato l’odg e quando verrà votato. «Abbiamo chiesto - spiega Giulia del coordinamento Lotta per la Casa - che venga scollegato dal resto del prg».
Intanto l’ostruzionismo del centrodestra nel palazzo monta e gli odg si moltiplicano: arriveranno alla fine ad essere 15 mila. Passa il tempo e sale la tensione. Nessuno capisce che succede. Una delegazione di manifestanti chiede di essere ricevuta. La polizia risponde caricando. Il buonismo veltroniano vacilla. Saranno tre le persone ferite più seriamente, uno di loro finirà col 118 al Fatebene fratelli con la testa rotta. Altre prendono manganellate e finiscono malconce: a terra vicino al Marco Aurelio rimangono visibili tracce di sangue. Ma i manifestanti non demordono, e riescono a far scendere in piazza i capigruppo dei partiti della Sinistra arcobaleno: Fabio Nobile (Pdci), Adriana Spera (Prc) e Ferdinando Bonessio (Verdi). I tre consiglieri portano ai manifestanti il nuovo odg: «Va bene, le aggiunte dei sindacati non cozzano con le nostre richieste». Però insistono sui tempi: va approvato subito. Ma alle 19 Veltroni forza fino al limite: fa presentare, e passerà, una mozione di Pino Battaglia, capogruppo del Pd, in cui si decide che verrà votato prima il prg e poi tutti gli odg. L’opposizione in aula si scatena, quelli de La Destra si incatenano ai banchi per protesta. Alla fine, con 37 voti a favore e 20 contrari, passa il nuovo piano regolatore.
«E’ stata scritta una pagina della storia della nostra città», commenta entusiasta Veltroni. Poi tutti a casa. Consiglio comunale sciolto, gli odg rinviati a chissà quando. Solo a quel punto una delegazione di manifestanti riesce a incontrare il presidente del consiglio comunale Coratti e i capigruppo di maggioranza, che puntano a giovedì come giorno buono per la discussione. Ma i movimenti non ci credono più di tanto: «Dobbiamo continuare a mobilitarci affinché il nostro odg venga approvato», dice Andrea Alzetta di Action, che se la prende con il sindaco: «La sua è stata una giunta vergognosa». E non vengono salvati neanche i gruppi della Sinistra arcobaleno: «Non hanno fatto nulla».

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