POLITICA & SOCIETÀ

Laicità e antifascismo, le bandiere dei No Vat

SETTE GIACOMO,Roma

Autodeterminazione, laicità, antifascismo, liberazione e cittadinanza. Le parole d'ordine della manifestazione No Vat di domani a Roma parlano chiaro. Nel mirino l'attività politica del Vaticano e la sempre più pressante ingerenza nella libertà di scelta delle donne. La mobilitazione non si limiterà al solo corteo: è prevista infatti una tre giorni al centro sociale Forte Prenestino e perfino un'iniziativa a Londra sotto l'ambasciata italiana. Il tutto è stato presentato ieri dal comitato Facciamo Breccia (nato nel 2005) durante una conferenza stampa nella quale, spiegano gli organizzatori, hanno scelto questa data per la manifestazione non a caso: «Siamo in prossimità dell'anniversario della firma dei Patti lateranensi, l'11 febbraio 1929». E non è una prima volta che il popolo No Vat invade le vie della capitale, ma la terza. E con discreti risultati. Nel 2006 erano in 10mila, nel 2007 in 15mila «ma ne valevano il doppio data la pioggia che scendeva quel giorno». E ora il 2008. Con una piattaforma più larga, «perché la pressione del Vaticano è sempre maggiore», e nuove adesioni. Aumentano i soggetti «colpiti» in prima persona dall'ingerenza ecclesiastica. E a loro si aggiungono i movimenti sociali, gli studenti «anti-papa» della Sapienza (ma non solo) e altri attori politici che accusano la Chiesa di interferenze non solo sulle questioni etiche. «Saremo in piazza - dice Nicoletta Poidimani, che indossa un burqa coi colori dello Stato Pontificio - contro ogni integralismo e fondamentalismo, contro le ingerenze del Vaticano nella sfera pubblica e a favore dell'autodeterminazione delle donne e dei diritti di gay e trans». Ma non solo per questo. Oggi «il problema che affrontiamo è più politico che religioso - spiegano - noi lottiamo contro un sistema subalterno al potere ecclesiastico». Sotto accusa i diktat securitari e proibizionisti che impongono «la visione ideologica delle gerarchie vaticane nelle politiche sociali e mercificando i diritti di cittadinanza». La Chiesa è vista come un partito politico ben strutturato che ha scelto la via del revisionismo storico, «rifacendosi al passato fascista», e del neoliliberismo. «E' una multinazionale che ha potere egemonico su tutto - dice Gabriella Bertozzo - Sostituisce lo stato democratico, che non è capace di fornire un welfare sociale, dando la via d'uscita: stato assistenziale conservatore con la famiglia perno centrale». A rafforzare la tesi, la campagna di Giuliano Ferrara per la moratoria sull'aborto: «E' un grande sostenitore delle politiche liberiste e guerrafondaie».
Ad aprire il corteo, dietro lo striscione di Facciamo Breccia, sarà lo spezzone delle femministe e delle lesbiche: «Sono le soggettività più martoriate». Il nuovo attacco sulla 194 ne è l'esempio. Anche se gli organizzatori non si limitano a «difendere» la legge sull'aborto ma vanno al contrattacco: «Andrebbe devaticanizzata con delle modifiche». Infatti la norma - ricordano - risale al 1978 ed è frutto di una mediazione tra il Pci e i cattolici della Dc: «Ora andrebbe attualizzata, prima di tutto eliminando le figure degli obiettori di coscienza negli ospedali, che spesso appartengono a movimenti cattolici come quello per la vita».
In piazza ci saranno Arcigay, associazioni lgbt, collettivi femministi, studenti, Cobas, Sinistra critica e anche alcuni esponenti di partito della Sinistra arcobaleno. Gli organizzatori chiedono esplicitamente di non portare bandiere di partiti, «per evitare strumentalizzazioni», e denunciano le «connivenze tra la casta politica di centrodestra e centrosinistra con quella ecclesiastica nella difesa dei privilegi e nell'arretramento dei diritti individuali».

Supporta il manifesto e l'informazione indipendente

Il manifesto, nato come rivista nel 1969, è sinonimo di testata libera, indipendente e tagliente.
Logo archivio storico del manifesto
L'archivio storico del manifesto è un progetto del manifesto pubblicato gratis su Internet e aperto a tutti.
Vai al manifesto.it