«Per trovare il cinema dentro a un romanzo spesso si perde il romanzo - dice Sandro Veronesi, autore di Caos calmo (ed. Bompiani) - Qui non accade, c'è il cinema e c'è il romanzo, un'operazione condotta attraverso la semplicità, un' arma risolutiva». Sta parlando del film diretto da Antonello Grimaldi presentato ieri in anteprima al Nuovo Sacher di Nanni Moretti, star assoluta della pellicola. Per quasi tutti i 112 minuti della durata, lo schermo è occupato da lui, che in ordine: sviene, piange sulle note di Pyramid Song dei Radiohead, fuma oppio, poi fa sesso con Isabella Ferrari. Intorno al suo personaggio ruotano: Alessandro Gassman, Valeria Golino e Silvio Orlando, che bestemmia sonoramente, ma è dichiaratamente cattolico: assolto. Piccole parti sono state affidate a: Hippolyte Girardot, Charles Berling e Denis Podalydes, cioè il meglio della scena francese, «La presenza di Nanni è stata per loro una garanzia a livello internazionale», suggerisce il regista. C'è anche un cameo di Roman Polanski. Il film, tratto dal bestseller generazionale (zona tra i 40 e i 50 anni) premio Strega 2006, gareggia alla Berlinale 2008, dove sarà presentato il 13 febbraio, ma in Italia uscirà qualche giorno prima - venerdì 8 - in più di 300 copie, distribuisce 01 e produce Fandango. Costo dell'operazione: 5 milioni e mezzo di euro. I numeri per sedurre ce li ha tutti. La polemica, sgonfiatasi nell'arco di tre minuti, su una presunta censura (in realtà si è trattato di un problema tecnico: la copia della pellicola è stata inviata in ritardo all'apposita Commissione ministeriale che mercoledì deciderà) e la clip con presunta scena hot rubata nel backstage e diffusa su YouTube, non aggiungono o tolgono niente.
Moretti interpreta Pietro Paladini, supermanager di una catena televisiva su cui incombe una grande fusione aziendale che unirà francesi e americani, è la storia di Tele+ e Rupert Murdoch, ma nel film scorre come niente fosse. Tutto qui si concentra sull'elaborazione del dolore per la scomparsa di sua moglie, tutto si consuma su una panchina piantata nei giardinetti dell'Aventino. Un personaggio troppo morettiano? «Scusate. Io non so cosa sia morettiano e cosa no. Forse è un mio limite. Non so cosa voglia dire morettizzare un film, ma mi suona male», risponde Nanni Moretti. E il lutto della sinistra, chiedono dalla sala strapiena, elabora anche quello nei giardinetti? «Mi piacerebbe come Paladini sedere su una panchina e provare a mettere ordine, rispondo come regista e sceneggiatore, vorrei fare ordine e riuscire a raccontare quello che è accaduto in un prossimo film». Ancora una perdita, come nella Stanza del figlio, che irrompe nella vita di una famiglia bene di Roma: «Nella Stanza del figlio, però, a causa del lutto c'è un nucleo familiare che si frantuma, qui invece il lutto fa nascere un rapporto nuovo tra padre e figlia (Blu Yoshimi, genitori buddisti, ndr)», spiega ancora.
La domanda sulla scena di sesso ronza nell'aria, Moretti l'aspetta al varco e tira fuori dalla tasca due ritagli di giornale, il primo minuscolo, di sole due righe, e uno molto più ampio: «Questo piccolo è uno dei giornali più autorevoli in fatto di cinema, quello grande è Panorama e scrive della scena di sesso. La cosa l'avete montata voi, ve la cantate e ve la sonate» dice ai giornalisti. E aggiunge: «Comunque mi sembra una scena riuscita, ma se devo dire la verità non mi ricordo neppure come l'ho girata».
«Non banaliziamo tutto - interviene Isabella Ferrari - Per me è stato molto più faticoso fare la scena dell'annegamento, la scena di sesso io e Nanni l'abbiamo affrontata con spirito Zen. Quello che facevamo era solo andare al monitor dopo ogni ciak per vedere se eravamo stati troppo volgari». Piccolo caso sull'annegamento: «Non è per pudore, ma per onestà di cronaca: la donna in mare di Caos calmo davvero non sono io, anche se so benissimo chi è, ma non lo dirò mai» rivela Chiara Boni, stilista fiorentina e moglie di Angelo Rovati, che in molti, compreso l'autore del romanzo, hanno identificato con il personaggio della storia.