POLITICA & SOCIETÀ

E il Vaticano respinge la «censura preventiva»

Oltretevere minimizzano e considerano la protesta opera di una minoranza. Attesa per cosa dirà il Papa
DE CILLIS MIMMO,Roma


La visita ci sarà. Nonostante le polemiche, le proteste di un gruppo di docenti, le minacce di disturbo dei collettivi studenteschi, Benedetto XVI interverrà all'inaugurazione dell'anno accademico alla Sapienza di Roma, giovedì prossimo 17 gennaio. In Vaticano le reazioni e il chiassoso vociare sollevato da professori, studenti, politici (contrari o favorevoli alla visita del papa) sembra questa volta non suscitare troppa preoccupazione o scalpore. Le proteste sono considerate una «censura preventiva» che non fa certo onore alla conclamata laicità dell'ateneo romano. E il fatto che il rettore Renato Guarini si sia esposto in prima persona per difendere la scelta del Senato accademico fa sì che Oltretevere si dorma piuttosto tranquilli. Guarini lo ha ribadito anche ai microfoni Radio Vaticana («il papa viene come messaggero di pace, come altri leader religiosi»), che ha dato voce anche al genetista Bruno Dalla Piccola. Questi ha definito l'appello anti-Ratzinger «un'uscita vergognosa che sicuramente non fa onore a un'università importante come la Sapienza», notando che definire il saluto di Benedetto XVI «evento incongruo e non in linea con la laicità della scienza» è sintomo di una «una pregiudiziale contro di lui».
Certo, il manifesto anti-papa ha destato un po' di stupore oltre il Portone di bronzo, ma è anche vero che l'evento è stato minimizzato come frutto di una esigua parte del corpo docente. Per ora le risposte della Santa sede sono lasciate alle iniziative e i commenti dei mass media cattolici: oltre alle interviste che continueranno sulle onde della Radio Vaticana, si attende una nota dell'Osservatore romano, mentre il quotidiano dei vescovi italiani Avvenire ha già largamente espresso la sua disapprovazione per l'inaudita sollevazione accademica contro il pontefice. E promette nei prossimi giorni di rinnovare il «battage», non sottraendosi alle polemiche.
Anche rispolverare una citazione del discorso di Ratzinger del 1990 («all'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto») appare un gesto in Vaticano alquanto strumentale, di chi vuol creare inutili tensioni.
Alcuni nei sacri palazzi hanno accolto con un sorriso (una volta tanto) il parere favorevole di Daniele Capezzone, ex segretario del partito radicale, che ha dichiarato di «considerare culturalmente misero e politicamente autolesionista il comportamento di quanti elevano proteste o caldeggiano censure per impedire che il pontefice prenda la parola all'università di Roma».
Intanto la risposta è affidata «ai giovani cattolici sul campo, quanti sono protagonisti delle Giornate mondiali della gioventù». La Cappella universitaria, curata dai padri gesuiti, promuove momenti di riflessione per i giovani e parla di «un momento di grazia che inaugura il sessantesimo di fondazione della Cappella, in cui la chiesa rinnova il suo servizio nell'università». I giovani universitari cattolici si preparano all'evento con una veglia di preghiera, presieduta da monsignor Enzo Dieci, vescovo ausiliare per il settore nord della capitale. Alle polemiche, si risponde con la preghiera. Certo è che Ratzinger, appena uscito dalla bufera mediatica del discorso agli amministratori civili del Lazio, sembra sollevare reazioni contrastanti in ogni circostanza. Ha il merito di non essere certo un personaggio che lascia indifferenti. Le sue risposte Benedetto XVI le sta meditando e le darà nel discorso all'università. Saranno certo discutibili e discusse anche quelle.
*Lettera22

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