POLITICA & SOCIETÀ

Il Papa clemente: «Sono stato frainteso»

DE CILLIS MIMMO,


Il giorno dopo la scoppola rifilata agli amministratori romani, il Vaticano fa dietro front. E precisa che «non era certo intenzione del Papa sottovalutare l'azione sociale che i responsabili della Città di Roma e della Regione stanno compiendo con apprezzabile impegno», come afferma una nota della Santa sede. Anzi, ci si rammarica per la «strumentalizzazione politica che ha fatto seguito alle parole rivolte dal Santo Padre» a Veltroni, Gasbarra e Marrazzo. Insomma, un altro pasticcio in salsa vaticana. Ieri, dopo il diluvio di reazioni, la risonanza sulla stampa, gli attacchi della destra, in Segreteria di stato gli umori erano contrastanti. Si leggeva e rileggeva il testo confezionato per Ratzinger e in effetti si notavano «qua e là» espressioni a tinte forti («minacce insistenti alla famiglia», «gravissimo degrado delle periferie», «drammatica situazione delle strutture sanitarie cattoliche») che hanno suscitato, soprattutto nello staff del sindaco, sconcerto e amarezza. E così nella mattinata di ieri è maturata l'idea di correre ai ripari, per non prestare il fianco a ulteriori polemiche che avrebbero coinvolto inevitabilmente Benedetto XVI. L'esperienza del discorso di Ratisbona è in qualche modo servita ed è tornata a galla: seppur per una vicenda tutta italiana, questa volta era necessario spegnere il fuoco prima che divampasse e bruciasse quei teneri germogli che sono le relazioni fra i funzionari della Santa sede e i rappresentanti politici italiani, in particolare quelli di centrosinistra. Dopo un rapido consulto che ha coinvolto il Segretario di stato Tarcisio Bertone, è partita la nota chiarificatrice della Sala stampa vaticana: «In qualità di vescovo di Roma - spiega il testo - in diverse circostanze, anche di recente, il Papa ha posto in luce le realizzazioni compiute al servizio della cittadinanza» dagli amministratori locali. Ma doveva pure «alcune problematiche umane particolarmente urgenti, che vanno affrontate con il contributo di tutti. La Chiesa non farà mancare il proprio apporto e la propria collaborazione». E Ratzinger, incontrando ieri il prefetto, il questore e le forze di sicurezza che operano in territorio romano, ha emesso un profluvio di elogi, quasi a bilanciare i rilievi ingenerosi del giorno precedente.
Veltroni, da parte sua, tira un sospiro di sollievo. Pur amareggiato, aveva dato ai suoi l'ordine di scuderia di non polemizzare per non acuire le tensioni fra le due sponde del Tevere. E ieri il sindaco è uscito sollevato dall'intera vicenda, notando «le parole molto belle, di apprezzamento e incoraggiamento» del Papa. La precisazione vaticana gli consente di rifiatare, mettendolo al riparo da ulteriori attacchi da destra, e facendogli riguadagnare qualche posizione nei confronti dei cattolici del Pd, sempre molto inquieti. Col Papa è opportuno restare in buoni rapporti. Ringraziando per il «riconoscimento al lavoro ed all'impegno profuso in questi anni dall'amministrazione comunale», Veltroni ha confermato di interpretare il discorso di Benedetto XVI come «stimolo ulteriore per il lavoro». Quanto basta per chiudere una polemica che, a questo punto del cammino e nell'attuale fase politica, non conviene a nessuno.
*Lettera22

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