CAPITALE & LAVORO

Randazzo licenzia, solidarietà dei palermitani

MARINI MATTEO,

Sulle barricate da tre settimane, per protestare contro le scelte di un gruppo che, da una parte mette in liquidazione e licenzia, dall'altra ricerca e assume nuovo personale. I dipendenti della Infoto Spa, società del gruppo Randazzo, leader in Italia nel settore fotografia e video, manifestano da ieri di fronte al punto vendita di via Ruggero Settimo, nel pieno centro di Palermo. La società è stata messa in liquidazione volontaria dal consiglio di amministrazione il 26 novembre, e i 51 lavoratori messi in stato di mobilità fino al 28 di gennaio. Poi, se tutti i tavoli di trattativa con l'azienda salteranno, arriveranno le lettere di licenziamento.
A perdere il posto saranno 39 lavoratori palermitani, 4 a Catania, 4 a Messina, e 4 a Pescara. Come spesso accade il comportamento dell'azienda nell'attuare i licenziamenti non è stato irreprensibile: «All'inizio hanno tentato di contattare singolarmente i dipendenti - spiega Monica Genovese, segretario generale della Filcams Cgil di Palermo - offrendo incentivi affinché si licenziassero, oppure costringendo alle dimissioni, con trasferimenti da una parte all'altra d'Italia. La difficoltà maggiore era dovuta al fatto che inizialmente, come spesso succede, i lavoratori non erano organizzati e nemmeno iscritti ai sindacati».
Il gruppo Randazzo ha oltre 120 anni e possiede punti vendita di ottica e materiale fotografico in tutta la penisola, con circa 700 dipendenti. La gestione della Infoto già da alcuni anni aveva creato situazioni preoccupanti per i lavoratori, con richieste di messa in mobilità e cassa integrazione. Tra le cause, un mercato in discesa, l'avvento della tecnologia digitale, e una cattiva amministrazione delle risorse. Prima di questi, altri quattro esercizi erano stati chiusi la scorsa estate a Bari, Roma, Firenze e Catania.
Ma c'è un paradosso nella questione, lo si può trovare online: sul sito del gruppo Randazzo, sotto la sezione «lavora con noi», compaiono infatti offerte di lavoro per mansioni che attengono anche a quelle specifiche dei dipendenti che saranno presto a spasso. Ma qualsiasi tentativo di trattativa è stato bocciato: «L'azienda non ha voluto sentire ragioni per quanto riguarda il riposizionamento dei dipendenti all'interno del gruppo - chiarisce ancora Monica Genovese - nonostante stiano cercando personale, sempre nel campo dell'ottica, anche per addetti alla vendita».
Si è arrivati così alle battute finali. Un confronto tra lavoratori e società, dopo quello infruttuoso a Roma a dicembre, si terrà l'8 di gennaio alla prefettura, dove le parti sono state convocate su richiesta dei lavoratori. I lavoratori poi si presenteranno poi il 9 gennaio davanti alla commissione lavoro dell'assemblea regionale siciliana (Ars).
Ultimo tavolo di confronto sarà quello di Roma, al ministero per lo sviluppo economico dopo il 15 di gennaio, ma non oltre il 28, scadenza non prorogabile per la liquidazione dell'azienda. Se gli appelli al dialogo non sono stati raccolti dai dirigenti, i lavoratori che da tre settimane manifestano in via Ruggero Settimo, nel «salotto buono» del capoluogo siciliano, hanno però suscitato simpatia nei palermitani. In poco tempo infatti sono state raccolte oltre 6 mila firme degli abitanti della zona contro il licenziamento dei dipendenti Infoto.

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