Si potrebbe vedere il sistema dei prezzi come una lunga fila di tessere del domino: caduta una, tutte le altre vanno giù per la più elementare delle leggi fisiche. In questo meccanismo, la prima tessera, quella che fa cadere tutte le altre, è il prezzo del petrolio. L'aumento del greggio, che due giorni fa ha sfondato la soglia psicologica dei 100 dollari al barile, è stata, e sarà nei mesi a venire, la molla che porterà tutto al rialzo. Soprattutto i prodotti e i beni (materiali e immateriali) delle economie, come quella italiana, costrette ad importare energia per carenza naturale e sistematica. L'Italia è poi un caso assai particolare: il 70% delle merci nel nostro paese viaggia su gomma (dati Apat 2007), quindi è normale che l'apprezzamento del petrolio incida in maniera sostanziale sul costo dei beni di qualunque tipo, da quelli di prima necessità come l'acqua o gli alimentari, a quelli «superflui».
In questo contesto le denunce allarmate delle associazioni di categoria sui danni al sistema economico e sui rincari ai costi di produzione lasciano il tempo che trovano, per una serie di ragioni. Innanzitutto il «tempestivo» richiamo al rischio di un crollo del sistema va inserito in un periodo (tutto il 2007) in cui il petrolio non ha fatto altro che scalare vette impensabili fino a pochi mesi prima. Il trend di crescita non è una sorpresa, dunque, nonostante la suggestione data dal fatto che ora si parla di un barile a tre cifre. Lo dimostra anche l'annuncio di fine anno dell'Autorità per l'energia, che stimava rincari di luce e gas, nelle bollette del 2008, pari rispettivamente a + 3,8 % e +3,4% (48 euro annui di aumento per una famiglia tipo) proprio a causa del rincaro del greggio. Inoltre le previsioni di aumenti delle materie prime e della produzione non possono, per ovvie ragioni dovute a sistemi di calcolo più che complessi, tenere conto di tutte le variabili in un meccanismo che, nel caso della valutazione dell'incidenza del prezzo dell'oro nero, costituisce una specie di sistema nervoso centrale di tutto il sistema economico.
La Coldiretti, in un comunicato diffuso ieri, ha stimato a 100 milioni di euro su base annua l'aggravio di costi per le campagne, dove cioè «il gasolio ha sostituito quasi completamente la benzina nell'alimentazione dei trattori e dei mezzi meccanici». Rincari significativi anche per le attività agricole che coltivano nelle serre, ed usano sistemi di riscaldamento a combustibile. Ricordiamo che il gasolio è aumentato in modo vertiginoso nell'ultimo anno, portandosi a ridosso del prezzo della benzina. La Confederazione italiana agricoltori (Cia) snocciola invece altri dati, riguardanti le bollette di fine anno rapportate ai costi del 2006: + 30% nella bolletta petrolifera delle imprese agricole dell'ultimo trimestre 2007 rispetto all'anno precedente, con un maggiore esborso di ben 200 milioni di euro.
Anche il Codacons non fa mancare una stima previsionale sull'aumento del costo della vita nel 2008: +450 euro annui a famiglia, «se non verrà arrestata la nuova crescita al rialzo del petrolio». In particolare «le ripercussioni sulla benzina - spiega il Codacons - porteranno ad una maggiore spesa attorno ai 160 euro». Per quanto riguarda luce e gas l'aggravio sarà di circa 100 euro, 140 euro sul riscaldamento e 50 euro sul prezzo dei prodotti trasportati (questo ultimo dato sembra inverosimile, perché in pratica si riferisce alla quasi totalità dei prodotti). Adusbef e Federconsumatori paventano invece una ricaduta sui costi delle famiglie di 480 euro annui valutando «la ricaduta per costi diretti e indiretti».
Regna una certa confusione dovuta, forse, alla fretta di mettere assieme cifre senza considerare tutte le variabili. Da un barile di petrolio si possono ottenere 50 litri di benzina e altrettanti di gasolio. Poi olio combustibile, gasolio da riscaldamento, kerosene e gpl. Ma gli usi sono molteplici nei settori più diversi. Basti pensare allw plastiche di tutti i tipi, a cominciare dalle bottigliette d'acqua o i giocattoli, per finire alla produzione di pesticidi chimici per l'agricoltura. Una catena articolata in questa maniera non è riassumibile in quattro numeri. Quella che abbiamo immaginato essere come una lunga fila di tessere ha infatti ramificazioni e curve che si influenzano e si incrociano più volte, determinando, ognuna in modo diverso, un incremento del costo della vita. L'unica cosa certa.