VISIONI

Pubblicità scorretta? Una parodia di al Qaeda del governo olandese

ROCCHI EVA,

Promosso dal governo olandese, circola e spopola in Rete già da un paio di settimane un video alert, sorta di pubblicità progresso nell'era di internet, che invita i cittadini a maneggiare con cautela i fuochi artificiali di fine anno. «Amici e nemici, oggi vi dimostreremo il nostro vero potere»: a pronunciare la frase, in inglese con uno spiccato accento iracheno, è un signore con barba, turbante, kaftano bianco e gilet mimetico. Facile vederci la caricatura di Osama bin Laden. La location, per restare in tema, simula un angolo remoto dell'Afghanistan: una cava tra le montagne e rocce su cui è stata appesa la bandiera di un ipotetico «Liberation army against freedom» (cioè l'esercito di liberazione contro la libertà che, come si conviene, ha pure un sito internet, www.laaf.info).
Il video è girato in perfetto al Qaeda style. «Dai cieli pioverà fuoco», avverte ancora il falso Osama mentre un suo attendente, con una cintura di petardi allacciata alla vita, si appresta a incendiare un cumulo di ritrovati pirotecnici. A questo punto la scenetta demenziale entra nel vivo e richiama vagamente la sequenza iniziale di Hollywood party. Osama si agita, esorta il suo subalterno a proteggersi la vista con degli occhiali: «Che stai facendo cretino? Così perderai un occhio». Partono colpi da un kalashnikov.
Il filmato virale, postato inizialmente su YouTube, è stato commissionato dall'Istituto per la sicurezza del consumatore di Amsterdam all'agenzia olandese Selmore e ha suscitato qualche polemica. Coniugando provocazione, politically incorrect e sapiente uso della tecnologia ha infatti acceso un dibattito tra i pubblicitari e sortito qualche effetto nei blog olandesi e in lingua inglese. «Che cosa spera di conseguire questa campagna rappresentando uno stereotipo negativo della comunità musulmana in un annuncio sui fuochi d'artificio?»: interrogato dal Guardian Saad Saraf, che è il fondatore e il presidente dell'agenzia inglese di marketing Media Reach Advertising, con vocazione multiculturale, risponde con una domanda retorica dai toni polemici. Saraf è iracheno e si è sentito particolarmente offeso da quel dettaglio del video che evoca con leggerezza le cinture kamikaze: «Le bombe suicide hanno distrutto migliaia di vite, usarle in questo modo è totalmente inappropriato» ha dichiarato al quotidiano di Londra.
Poppe van Pelt, creativo della Selmore, preferisce invece indossare i panni del perfetto pubblicitario politicamente scorretto, cinico quanto basta, ma necessariamente avanti sui tempi, convinto che sempre il fine giustifica i mezzi. Servirà il filmato a ridurre gli incidenti la notte di Capodanno? Sembra difficile. Ma la campagna pubblicitaria, partita in sordina su YouTube, ha raggiunto il suo obiettivo: contagiare la Rete come un virus.

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