VISIONI

Il segno di Cy Twombly, universo di colori senza limiti

DEL DRAGO ELENA,Roma

«Sono felice di aprire una galleria a Roma, da sempre una fonte di ispirazione insostituibile per gli artisti. Ci auguriamo di diventare parte della vita culturale di questa città straordinaria». È questa l'unica dichiarazione concessa da Larry Gagosian, il più importante mercante d'arte del mondo, in occasione dell'attesissima apertura della galleria romana in via Francesco Crispi, tra via Veneto e piazza di Spagna, per la quale sono accorsi un esercito di collezionisti e star da tutto il mondo (2000 sono stati gli inviti per l'opening pomeridiano, di cui 300 diretti a romani), in una ex sede bancaria convertita in spazio dell'arte dal lavoro in tandem dell'architetto romano Firouz Galdo con i londinesi dello studio Caruso St John. A rilasciare dichiarazioni c'è però il sindaco Walter Veltroni, che interpreta questa inaugurazione come una conferma dello sforzo culturale attuato dalla sua amministrazione. «Fino a poco tempo fa - racconta Veltroni - questa città era convinta che la bellezza si fermasse al Rinascimento. L'apertura di grandi spazi dedicati alla contemporaneità, dal Maxxi al Macro, dal Museo Billotti al rinnovato Palazzo delle Esposizioni, l'hanno trasformata in un centro di tendenza per le arti. La scelta di uno straordinario mecenate come Gagosian, di aprire proprio a Roma il suo settimo spazio, non fa che confermare questa nuova identità della capitale».
A chi gli chiede se si prevedono future collaborazioni tra il Comune e la neonata galleria Gagosian, che arriva dopo le tre a New York, lo spazio di Los Angeles e i due londinesi, il sindaco risponde che: «Si lavorerà senz'altro insieme, perché la sinergia pubblico-privato è uno dei meccanismi fondamentali per la crescita culturale di un territorio. Si sta pensando, ad esempio, ad incontri tra la contemporaneità artistica e i luoghi archeologici più importanti del nostro patrimonio».
Ecco dunque una risposta alle tante domande che agitavano il mondo dell'arte italiano: tra le ragioni che hanno portato Larry Gagosian a scegliere proprio la capitale, oltre alla vicinanza con il mercato mediorientale, c'è la possibilità di lavorare a stretto contatto con le istituzioni museali, con quelle che dipendono direttamente dal Comune come il Macro, che ha già ospitato diverse mostre di artisti della scuderia Gagosian, come quella dedicata a Jenny Saville, ma anche con altre come la Galleria d'Arte Moderna che, non a caso, organizzerà tra un anno una retrospettiva dedicata al medesimo artista con cui si è voluto inaugurare questo spazio, Cy Twombly, celeberrimo autore statunitense, che da moltissimi anni di divide tra Roma e Lexington.
Una scelta simbolica, dunque, quella di Twombly, che ha animato una delle più felici stagioni artistiche romane tra gli anni Cinquanta ed il decennio successivo, quando il legame tra Roma e gli Stati uniti era fortissimo e a crearlo erano soprattutto un gruppo di artisti e due galleristi illuminati. Ma non è rivolto al passato lo sguardo dell'artista che, invece, per questa esposizione inaugurale presenta tre immensi trittici inediti, scritture bianche quasi orientali su fondo verde scuro, ispirati da Salalah, un'oasi verde sul confine del deserto dell'Oman, il simbolo dell'Arabia Felix, dove bruciano bracieri d'incenso e crescono piante odorose. È la grande sala ovale e centrale ad ospitarle, e non c'è dubbio che sono queste Three Notes from Salalah al centro del percorso espositivo che prevede anche delle sculture e un dipinto. Sono proprio queste sconfinate tele a ricordarci, infatti, la fondamentale capacità poetica di Twombly che, come avveniva nelle tele più celebri del suo passato, prende per mano lo spettatore e con un incontro libero di colore e segno lo invita a compiere un percorso verso tempi lontani e luoghi sconosciuti. Ma se allora si riconosceva un'espressione più meditata e controllata, oggi si sente una felicità della pittura che non conosce limiti. Neppure quello di non aver visto direttamente il luogo evocato, conosciuto soltanto attraverso racconti e suoni, ma immediatamente riversato sulla tela.
La decisione di presentare un artista del calibro di Twombly esprime, infine, la chiara volontà di non dedicarsi, come conferma anche la direttrice Pepi Marchetti Franchi, ad un'attività di talent scouting, e dunque di scoperta di nuovi talenti, ma di affidarsi piuttosto ad artisti già affermati nel panorama internazionale. Non a caso nel prossimo programma di mostre, quattro e cinque l'anno, sono i nomi di assoluti maestri come Richard Serra e Anselm Kiefer a comparire, insieme a David Smith, scultore americano non troppo conosciuto in Italia, le cui creazioni ben si adatteranno allo spazio curvilineo della galleria romana. Tra gli italiani che la galleria Gagosian rappresenta, vedremo presto i lavori di Francesco Vezzoli e Alberto Di Fabio.

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