VISIONI

Apre «Noir in festival», brividi sui percorsi incrociati del giallo

CATACCHIO ANTONELLO,Courmayeur

La Val d'Aosta è bilingue, si parla anche francese. Idioma più adatto a descrivere il poliziesco perché i libri sono chiamati polar e i film sono i noir. E polar evoca subito il freddo, il ghiaccio, il brivido in perfetta sintonia con il clima di Courmayeur in dicembre, così come il noir richiama tutto quanto c'è di torbido e di oscuro nell'animo umano che spinge a compiere azioni criminali. In italiano il giallo è solo una casualità dovuta al colore delle copertine della serie Mondadori. Per questo la manifestazione ha fatto ricorso al francese, battezzandosi Noir in festival. Rassegna giunta all'edizione numero 17 con la sua proposta di percorsi tra letteratura e cinema di genere, organizzata dalla triade Emanuela Cascia, Marina Fabbri e Giorgio Gosetti. Percorsi spesso incrociati attraverso autori di romanzi che sono stati anche alla base di versioni cinematografiche. Proprio questa chiave e le possibili letture con ospiti prestigiosi ha fatto sì che Variety abbia inserito nell'elenco dei 50 festival imperdibili anche il Noir, con grande smacco per altre ambiziose iniziative.
Nel corso degli anni a ritirare il doblone d'oro del Raymond Chandler Award sono transitati alcuni dei più prestigiosi scrittori, giusto per ricordarne alcuni Jeffrey Deaver, Edward Bunker, Elmore Leonard, John Grisham. Quest'anno tocca a Scott Turow, autore tra l'altro di Presunto innocente, il film di Alan J. Pakula con Harrison Ford inchiodato come omicida alla sbarra degli imputati. Turow, attivamente impegnato a combattere la pena di morte nel suo paese, sarà anche protagonista di un incontro sulla giustizia insieme a Gherardo Colombo, che si è dimesso dalla magistratura dopo avere lavorato su molti casi scottanti della realtà italiana. A coordinare il dibattito Gaetano Savatteri.
Accanto a Turow altri scrittori si alterneranno negli incontri: Jason Goodwin, Michael Gregorio (pseudonimo della coppia Daniela De Gregorio e Michael Jacob), Sophie Hannah, John Harvey, Asa Larsson, Cody McFayden, Biagio Proietti, Serge Quadruppani, Rebecca Stott e Jeff Lindsay, creatore di Dexter, il serial killer e serial televisivo, con il protagonista che approfitta della sua professione per mascherare i crimini che commette: è poliziotto della scientifica. Un'ottima squadra che si confronterà con gli appassionati generici e quelli professionali, editori, scrittori, esperti che puntualmente si inerpicano sino alle pendici del Bianco per parlare di raffinate efferatezze.
Sul grande schermo il noir è meno eclatante, almeno in termini di ospiti. Gli scrittori, si sa, hanno più tempo e disponibilità rispetto all'indaffarata gente di cinema. A supplire ci sono però i film. Orfani dei loro artefici o accompagnati, sempre però all'insegna del crimine. Nella sezione documentaria un paio di titoli iraniani tra cui Carte Ghermez (la carta rossa) di Mahnaz Afzali che ripercorre uno dei casi di omicidio più clamorosi mai avvenuti in quel paese. Sul banco degli imputati Shahla Jahed accusata di avere assassinato la moglie del suo amante. E proprio la figura dell'amante sposta l'impatto della faccenda perché si tratta di Nasser Mohammed Khani, uno dei più famosi calciatori d'Iran. Abituati ai processi americani, anche se ricostruiti attraverso la fiction, assistere alle udienze e alle tesimonianze in un tribunale di Tehran, oltretutto autentiche, è decisamente spiazzante e per i nostri occhi inedito. L'unico dato costante che accomuna tutti i paesi è la spasmodica attenzione mediatica nei confronti di una tragedia privata. Meglio non pensare a cosa sarebbe successo in Italia di fronte a un caso analogo.
Tra i titoli più attesi il nuovo George Romero Diary of the Dead, ambito da diversi festival, Flawless di Michael Radford, Hitman di Xavier Gens (film che ha inaugurato ieri sera). C'è anche un film completamente diverso: Help! di Richard Lester con i quattro Beatles protagonisti. Scelta eccentrica, giustificata da due motivi: alcune sequenze sono state girate sulle Alpi, comprese quelle per la copertina dell'album e il manifesto del film, poi sabato ad Aosta si inaugura la mostra Arrivano i Beatles - storie di una generazione.

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