Il banco di prova è il Registro delle unioni civili nel comune di Roma. Sarà quello il primo passo che inizierà a chiarire quali saranno le relazioni fra il Partito democratico e la chiesa istituzionale: genuflessione o indipendenza. Poco importa se il registro sarebbe al massimo un'iniziativa di livello strettamente locale (pur se della capitale). E poco importa se, dall'altra parte, la richiesta non arrivi dal rappresentante ufficiale, ovvero dal presidente dei Vescovi italiani, l'arcivescovo Bagnasco. L'incontro fra Walter Veltroni e il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato Vaticano, uomo di fiducia di papa Ratzinger, è servito a chiarire molte cose. Prima di tutto che l'uomo forte di Oltretevere (fortemente voluto da Benedetto XVI al suo fianco) sta ridisegnando i rapporti di forza fra chiesa e politica italiana, avocandosi un ruolo che, di fatto non gli compete (dovrebbe curare le faccende della Santa Sede all'interno e nei rapporti con l'estero), mettendo in riga i politici italiani. In secondo luogo, che i leader politici nostrani stanno riconoscendo al cardinale genovese un ruolo chiave nel dopo-Ruini, nella giusta convinzione che «un uomo del genere conviene averlo come amico». E così anche Veltroni - fra una lite con i tassisti, un incontro con i giornalisti e un vertice con il capo dell'opposizione - ha trovato tempo, modo e voglia di varcare il Portone di bronzo per avere un cordiale scambio di idee con Bertone. Nei colloqui, la politica italiana e quella internazionale, il profilo del nuovo Partito democratico, le sfide dell'etica. Il sindaco cerca in tutti i modi di evitare lo scontro con la Santa Sede (un fronte che certo non gli conviene aprire, in questo delicato momento politico), ma per farlo è obbligato a restare prigioniero dell'ambiguità che finora ha caratterizzato la sua neonata creatura politica a proposito delle questioni in cui la sfera pubblica si incrocia con quella morale . Lo zoccolo duro dei cattolici dell'ex Margherita è presente nel Pd e, al suo interno, la voce dei teodem è tuttora viva e non trascurabile. E se la proposta di legge sui Dico è stata affossata, il provvedimento, molto più leggero e innocente, di istituire un Registro per le unioni civili nella capitale (iniziativa di radicali e socialisti) ha comunque il potenziale distruttivo di riportare a galla le divisioni profonde che covano all'interno dello stesso Pd. Veltroni non ha alcun interesse a fa scoppiare adesso la querelle e non può che rimandare il più possibile la resa dei conti. Intanto continua con i suoi equilibrismi che gli permettono da un lato di rassicurare Bertone, dall'altro di ammansire con promesse le componenti più prettamente laiche della sua équipe. Nel frattempo la proposta del Registro sembra incagliatasi nei meandri della politica cittadina ed è molto difficile, dicono gli osservatori, che la delibera arrivi nell'aula comunale. Si vedrà. Il primo banco di prova per Veltroni, per la sua conclamata laicità, sarà quel benedetto Registro.