VISIONI

Lavoro e disubbidienza e un focus su Eyal Sivan

A Milano, da oggi la rassegna di cinema e documentario Filmmaker
CATACCHIO ANTONELLO,

Lo spazio Oberdan si apre alla edizione 27 di Filmmaker (da oggi, con la rassegna vera e propria che prosegue sino al 27 mentre la retrospettiva andrà dal 28 sino al 2 dicembre al cinema Gnomo). Da molti anni però la manifestazione punta sul documentario, per tale motivo l'appuntamento di quest'anno è Filmmaker Doc 12. Si tratta di uno degli appuntamenti non solo storici, ma imprescindibili nel panorama milanese. Qui hanno mosso i primi passi autori poi divenuti conosciuti, spaziando dal cinema d'autore a quello più sperimentale, dal lavoro di ricerca sul video a quello di analisi e documentazione sulla città e il lavoro. La squadra che aveva ideato la rassegna, ormai nella notte dei tempi, ha trovato nuova linfa e collaborazione in altri più giovani appassionati, scodellando un programma di sicuro interesse e senza timore di presentare materiali già proposti in altre manifestazioni. Cinque le sezioni in cui si articola questa edizione. Il concorso internazionale su «Lavoro e temi sociali» con nomi noti e meno noti, tutti importanti completato da due titoli fuori concorso: Vogliamo anche le rose di Alina Marazzi e Ghiro Ghiro tondo di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi.
Altro momento che caratterizza Filmmaker il progetto produttivo Paesaggi umani, sezione dedicata a film e video ambientati a Milano e in Lombardia, che presenta otto lavori realizzati da giovani autori con diversi contributi pubblici e privati tra cui quelli della rassegna stessa. Ora sono molti i festival che oltre a presentare favoriscono concretamente il lavoro produttivo, ma quando l'idea balenò a qualcuno era apparsa pura follia.
Fuori Formato si presenta come vetrina non competitiva per documentari creativi, film saggio, cortometraggi d'autore e film di montaggio da materiali d'archivio, attraverso una selezione dei lavori realizzati dagli studenti di alcune tra le più importanti scuole di cinema; un omaggio al cineasta sperimentale americano Phil Solomon; la proiezione speciale di Déjà s'envole la fleur maigre di Paul Mayer, maestro del cinema documentario belga, scomparso di recente; un ritratto del sindacalista Giuseppe di Vittorio a cura di Carlo Lizzani e Francesca Del Sette, oltre ai primi due film del progetto Orchestra di Piazza Vittorio - I diari del ritorno: Houcine di Leonardo Di Costanzo e Raul di Alessandro Rossetto.
Infine la retrospettiva dal titolo «Dubitare Disobbedire Combattere», dedicata a Eyal Sivan. Israeliano, residente da oltre vent'anni in Europa, Sivan smonta le costruzioni ideologiche e le ambiguità dei totalitarismi, affrontando temi complessi come il rapporto Israele/Palestina, la Shoah, lo spionaggio della Stasi, l'America post 11/09 e i regimi dittatoriali africani. Sivan terrà anche un workshop, a iscrizione obbligatoria, domenica 2 dicembre presso il Teatro i. (www.filmmakerfest.org).

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