VISIONI

A lezione di cinema italiano con un inedito Terrence Malick

CATACCHIO ANTONELLORoma

Forse è il personaggio più schivo e scontroso del cinema made in Usa. Di Terrence Malick esistono pochissime fotografie. Nessuno incontrandolo potrebbe riconoscerlo, nonostante sia uno dei registi di culto di molti cinefili. Ghiotta occasione quindi, quella offerta dalla Festa di Roma che ha proposto un incontro con Terrence (unico precedente qualche anno fa alla Milanesiana). La proverbiale timidezza lo ha spinto a porre qualche condizione: niente fotografie, luci soffuse, come se si trattasse di una chiacchierata tra amici e non davanti a una sala stracolma, e focus sul cinema italiano che lui ama, piuttosto che sui suoi film.
Quando appare è saluto caloroso. Arriva sul palco in cappotto, poi lo toglie e appare meno massiccio di quel che si dice, una corona di capelli quasi francescana gli circonda la testa, un accenno di barba. Mario Sesti e Antonio Monda cercano di metterlo in mezzo. Lui stenta quasi a rispondere. Allora vengono in supporto le sequenze del nostro cinema, scelte appositamente da Malick come quelle che più ama. Si spengono le luci, si illumina lo schermo e arriva la sorpresa con Totò-Pinocchio in Totò a colori, seguito dalla lezione con cassaforte che lo stesso Totò propina alla banda de I soliti ignoti. Sorprendente che il regista di La rabbia giovane, I giorni del cielo, La sottile linea rossa e Il nuovo mondo abbia puntato sul principe DeCurtis. E lui spiega: «Provo il piacere della risata, come con Chaplin e Keaton, quest'ultimo considerato un genio ai tempi di mio padre, ora dimenticato. I soliti ignoti è l'unico film di Totò reperibile negli Stati uniti, mentre Pinocchio è conosciuto come sequenza ma non come film. Totò ha una faccia malinconica, una lunga faccia triste e ilare allo stesso tempo. Un po' come quella di Benigni», che a sorpresa si scopre essere suo amico. Si parla poi degli anni '70, di Spielberg, Scorsese, Coppola e altri che lui conosceva e frequentava. Si ritrovavano per guardare ognuno i film che facevano gli altri e insieme divoravano i film europei «Eravamo eccitati quando vedevamo qualcosa di nuovo che veniva da lontano. Ci aiutavamo molto reciprocamente. I giudizi che davamo dei nostri film non assumevano però un punto di vista critico, era come se fossimo tra cugini».
La seconda sequenza arriva da Germi, Sedotta e abbandonata, con Saro Urzì che strapazza la figlia Stefania Sandrelli. «Sembra una cosa d'altri tempi con questo concetto di onore del padre, ma lo humour è così forte, caldo, sentito che ti senti vicino alla ragazza, quindi vieni catturato dal film, vieni portato altrove, oltre. Sono forme di umorismo che fa sembrare fredda l'ironia di oggi. Questi film invece sono quasi una terapia, un po' come l'apparizione di Mastroianni in Divorzio all'italiana». Malick è anche stupito dal fatto che Urzì non sia ricordato da noi come un grande del cinema. Poi è la volta dello Sceicco bianco di Fellini con Sordi in altalena, Brunella Bovo rapita. «Quando vedevo questi film di Fellini, compreso Il bidone, non pensavo alla sceneggiatura, a come erano stati girati, mi lasciavo andare al loro impatto. Questa scena in cui una giovane donna di provincia si avvicina a un mondo più grande di lei, che non conosce. Vuole credere che lui sia qualcosa di più che un personaggio da circo. E Sordi è un grande attore». Ecco, gli attori, tutti disposti a fare la fila, sottopagati, pur di lavorare con Terrence. «Ho ricevuto generosità dagli attori». L'ultima sequenza italiana è tratta da Il posto di Olmi «Mi ha colpito per essere un film così delicato, gentile e intriso di humour, un grande capolavoro». Quando scorrono le immagini di Martin Sheen e Sissy Spacek giovanissimi in La rabbia giovane Malick racconta: «Martin all'epoca faceva teatro, mentre Sissy era venuta a un'audizione per accompagnare un'amica, lei era lì con la chitarra e mi sembrava perfetta per la parte». Nel film appare anche Malick come interprete in una particina «Erano le nove del mattino, l'attore che doveva interpretare il personaggio non era arrivato, allora mi sono messo i vestiti e ho recitato io, ridendo e pensando di rifarla il giorno successivo. Invece mi hanno ricattato e la scena è rimasta». In realtà Terrence un film come attore lo ha interpretato in altri tempi, il suo personaggio era quello di un fuoruscito cubano. Inedito.

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