Sono messi maluccio gli Austen. Babbo è pastore, i figli sono numerosi e il denaro scarseggia. Siamo a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento, un po' tagliata fuori dal mondo, ma innegabilmente talentuosa, Jane scrive. Ma viene tirata per la gonna da mamma che la vorrebbe far maritare con l'insipido rampollo destinato a rendita cospicua e consistente eredità. Perché, le dice, i sentimenti sono importanti, ma il denaro è indispensabile. Lei invece fa di testa sua. Respinge lo stupidotto e parte in quarta per un amico del fratello che dovrebbe studiare legge a Londra, ma sembra più propenso a divertirsi. Quando il giovanotto arriva in provincia è lei a prendere l'iniziativa scostumata di baciarlo, non contenta chiede anche se è stata brava. Deve però scontrarsi con il giudice reazionario, zio di lui, che la ritiene una zotica arrampicatrice. Anche il giovanotto però è ormai rapito da quella ragazza che appare molto più disinvolta dei tempi che corrono. E allora orchestrano la fuitina. Ma lei ha un sussulto, che ne sarà dei tanti fratelli rimasti in Irlanda e che lui mantiene con parte dell'appannaggio dello zio? Insomma è un amore che nascerebbe male, sacrificando le vite degli altri. Così, lei rientra nei ranghi, non si sposerà mai, ma scriverà romanzi destinati all'immortalità.
Julian Jarrold costruisce la sua storia come se Jane fosse l'eroina di un romanzo scritto da lei stessa. Ma non è così, gli sceneggiatori non reggono il confronto con la figlia del pastore. Allora bisogna accontentarsi dei paesaggi, dei costumi, delle frasi a effetto, dei momenti di trasgressione che dovrebbero essere sintomatici del temperamento di Jane, come nell'occasione in cui entra in gioco durante una partita di cricket, sport riservato ai maschietti. Una storia del senno di poi, anche perché della vera Jane, della sua vicenda personale si sa relativamente poco, le sue carte vennero distrutte dalla famiglia e un nipote ne pubblicò una biografia, pare piuttosto edulcorata, molti anni dopo la sua morte.
Per dare corpo alla protofemminista Jane è stata chiamata Anne Hathaway. Mentre l'uomo che le fa battere il cuore è James McAvoy, astro nascente, sugli schermi anche con Espiazione. Poi, sono i personaggi di contorno a dover alzare il livello complessivo. Ecco quindi Julie Waters nei panni della mamma di Jane e James Cromwell in quelli del reverendo padre, che sembra essere molto più sensibile e complice nei confronti delle «stranezze» della figlia in cerca di felicità. Poi Maggie Smith nel ruolo della vecchia ricca e insopportabile. Attori di grande spessore, messi però in condizione di costruire poco più che macchiette.