VISIONI

Il «doppio gioco » di Kevin Costner, l'alter ego con delirio del serial killer

Mr. Brooks
CATACCHIO ANTONELLO,

Il riferimento è a Stevenson e allo Strano caso del Dr. Jekyll e mr.Hyde. Questa volta l'uomo diviso in due si chiama Mr. Brooks. Titolare di uno scatolificio, uomo dell'anno per il successo ottenuto, il nostro ha le sue turbe. Rappresentate da un alter ego, Marshall, che gli si piazza accanto spingendolo a uccidere persone per provare il piacere proibito. Mr. Brooks lo ha già fatto in passato, ma ha deciso di smettere, con l'aiuto degli alcolisti anonimi (sic!). Ora però la pulsione è irresistibile, eccolo quindi sparare a una coppietta «in amore» e far sparire le tracce. Però lui, attento ai dettagli, non si è accorto che la coppia era anche un po' esibizionista, lasciando aperta la tenda della finestra per condividere il piacere con qualche dirimpettaio voyeur. Che c'è, ha visto, e fotografato, e non intende sporgere denucia, vuole diventare socio di Brooks per provare lo stesso brivido. Aggiungete un'ereditiera che fa il detective, assillata da un marito che pretende una fortuna per il divorzio, uno psicopatico uscito di galera intenzionato a stendere la poliziotta che lo aveva ingabbiato e avrete il quadro del delirio confezionato da Bruce A. Evans, regista e sceneggiatore.
Mr. Brooks sarebbe stato un film arruffato e presto dimenticato se non fosse che può vantare un cast di grandi nomi. A partire dal protagonista Kevin Costner, sempre alla disperata ricerca di qualche copione che possa farlo tornare a rivivere i fasti di un tempo, quindi disposto a rischiare. Ma come succede ai giocatori travolti dal demone che cercano di risalire la china alzando la posta, la sua carriera si inabissa sempre più. Al suo fianco come anima nera William Hurt sfodera un campionario raccapricciante di smorfiette, tanto, il suo personaggio è solo una fantastica proiezione.
Il detective è invece Demi Moore, con un ruolo così artefatto da risultare una presenza transgenica. Via via gli altri, la moglie di Brooks che nulla percepisce è Marc Hellenberger, la figliola geneticamente segnata è Danielle Panabaker, mentre il testimone giuggiolone in cerca di emozioni forti è Dane Cook.
Che in ognuno esista una parte oscura è addirittura ovvio, ma quando lo si intende rappresentare il gioco dovrebbe essere, se non si riesce a renderlo sensato, almeno ben costruito. Il dottor Jekyll si trasformava in seguito a una qualche ricerca scientifica, Mr. Brooks invece ha maturato una singolare e inspiegabile dipendenza che lo spinge a uccidere sconosciuti. Forse abbiamo perso qualche passaggio nel mutamento dell'americano medio. Ma quando leggiamo di persone insospettabili che hanno cominciato a sparare, di solito c'è una qualche spiegazione che porta a comprendere l'origine del gesto. E quando non c'è, in genere, gli assassinii gratuiti si concludono con un suicidio. Mr. Brooks invece vorrebbe solo godere i frutti del suo successo, salvo sparare in fronte a qualcuno, ogni tanto. Il vero malvagio però non è lui, neppure Marshall, ma Bruce A. Evans, un vero killer del cinema.

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