VISIONI

Indipendenti al Milano Film Festival

CATACCHIO ANTONELLO,Milano

Appena uscita di scena la Mostra della Laguna, ecco affacciarsi un nuovo appuntamento: il Milano Film Festival (edizione 12 dal 14 al 23 settembre). Un festival cresciuto insieme ai suoi giovanissimi artefici. Per dare una misura concreta basti ricordare che la prima edizione, solo italiana, si basava su 6 film scelti tra 32 titoli. Per questa edizione i film candidati sono stati 2590 (di cui 2168 stranieri, provenienti da 102 paesi, solo dall'Iran ne sono arrivati 55) ridotti a una selezione di 60 (di cui 57 stranieri). Ancora numeri e ancora parole. Il regista più anziano ha 85 anni, il più giovane 15, mentre nei titoli iscritti l'amore ha vinto sulla morte con 80 titoli che hanno la parola «love» nel titolo, contro 45 con la parola «death».
Tra i sette lungometraggi in concorso spiccano California Dreamin' di Cristian Nemescu, già premiato nel Certain regard di Cannes. L'autore, scomparso a causa di un incidente, era già stato ospite della rassegna con i suoi corti; poi Mister Lonely dello stralunato Harmony Korine che una decina d'anni fa aveva sconvolto Venezia con Gummo. Giuria composta dall'attore Marco Baliani, la montatrice Esmeralda Calabria e il responsabile cinema del Sonar di Barcellona Andrew Davies. 53 sono invece i corti, prevalentemente realizzati da giovani e giovanissimi, che verranno vagliati dai componenti del Teatro delle Albe.
Ma non si vive di solo concorso e dei tanti premi, ecco quindi la sezione Colpe di stato che spazia dagli omicidi bianchi alle cacciate dei rom, dal carcere di Abu Ghraib alla Cecenia. Una personale dedicata a Ciprì e Maresco con la presentazione dei loro lunghi e una selezione degli infiniti gustosissimi corti che hanno saputo reinventare il cinema (non solo in televisione). E ancora FocusCorea, una carrellata su otto titoli dei nuovi autori che hanno lanciato uno sguardo sul mondo inedito e vincente. Altro Focus sull'animazione, con workshop e dibattito, un'indagine sul cinema statunitense più indipendente attraverso undici titoli raggruppati sotto quello di godless america, incontri italiani con giovani autori, un viaggio nella musica con SounDoc, otto documentari biografici dal titolo Vite (r)esistenti tutte centrate su personaggi non riconciliati, i Cococorti dedicati al lavoro nel tempo del precariato, il salon de refusé dove i registi non selezionati possono trovare ospitalità, concerti, incontri, presentazione di videogiochi (John Woo presents: Stranglehold). Tra teatro Strehler, spazio Oberdan e un'infinità di altri luoghi coinvolti, gli organizzatori dicono che Milano in questi giorni non sarà più la stessa. Forse peccano di ottimismo, ma almeno loro ci provano.

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