STORIE

«Caro Walter, solo una notte non basta»

Roma by night Domande senza risposte, dopo l'appello dei Movimenti al Sindaco di Roma
RUSSO SPENA GIACOMORoma

«Bisogna creare nella città un conflitto capace però di dialogare con Veltroni». Ascanio Celestini parteciperà stasera alla Notte Bianca a Cinecittà. Ma a modo suo. «È necessario sfruttare queste occasioni per tener alta l'attenzione su temi fondamentali come la precarietà, la partecipazione e il degrado delle periferie». E con questo intento lui, insieme ad altri artisti, ha scritto una lettera al sindaco Veltroni: «Ti chiediamo - si legge - di combattere la precarietà, la disoccupazione e il lavoro nero, di accelerare gli atti amministrativi in grado di intervenire sulla drammatica emergenza abitativa, di incrementare le politiche di accoglienza, unica strada in grado di contrastare insicurezza e razzismo».
Partiamo proprio dall'appello al sindaco
Evitiamo facili strumentalizzazioni. La lettera era rivolta a Veltroni solo perché è il sindaco di Roma. Se ci fosse stata la destra a governare sarebbe stata sicuramente più catastrofica la situazione sociale e politica. Quindi l'appello non è contro l'operato di qualcuno ma un invito a risolvere una serie di problemi veri. Veltroni rappresenta un interlocutore con cui bisogna confrontarsi. Così la notte bianca è un'iniziativa interessante: dà lavoro, crea relazioni, diffonde cultura. Certo non basta, il nostro compito è caratterizzarla dall'interno dando più rilievo alle richieste sociali che provengono dal basso. Io ad esempio farò uno spettacolo che si chiama Vox populi non a caso in una periferia.
Quindi un lavoro dal basso capace di aprire poi un confronto con le istituzioni...
Certo, le trasformazioni della città nascono dal felice connubio tra istituzioni e movimenti. L'azione dal basso è fondamentale, è il dato di partenza ma senza un confronto politico rimane strozzata. Così come il conflitto sociale, che, anche se illegale, rappresenta la civiltà sempre se si fanno rivendicazioni giuste e motivate. È un principio sano e naturale in un mondo mercificato dove tutto deve apparire bello, armonico perché in vendita. Ma in realtà si vuole nascondere la realtà: il conflitto esiste da sempre, basta pensare agli attriti generazionali, lavorativi o scolastici. In questo quadro chi svolge un ruolo fondamentale sono i centri sociali. Si dà spazio ai giovani e più in generale alla partecipazione popolare. Altro che luoghi d'illegalità.
Ma non sempre Veltroni sembra ascoltare le parti sociali. Ha sposato anche lui la causa sicuritaria del governo, vantandosi degli sgomberi dei campi rom. Che ne pensa?
È evidente che c'è uno spostamento a destra che riguarda l'intero paese. Si sta diffondendo l'idea assurda che con le maniere forti si risolvano i problemi sociali. La verità è che il pugno duro crea consenso, ma produce un'ignoranza capace di generare una cultura fascista.
Il problema si risolve con una politica dell'accoglienza, dell'inserimento sociale. È necessario fornire una cittadinanza attiva che comprende un'inclusione culturale, lavorativa, scolastica. Per fare questo bisogna svolgere un lavoro di civiltà capillare, che è la discriminante. Anch'io ogni tanto vedo nel lavavetri un intruso. Ma poi mi rendo conto che è un problema di rapporti di forza. In realtà io sono l'intruso tra i due, stando in una posizione egemone rispetto alla sua.

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