CAPITALE & LAVORO

Bersani esorta i petrolieri e li salva

MARINI MATTEO,

Il faccia a faccia di ieri tra il ministro per lo Sviluppo economico Bersani e i petrolieri si potrebbe riassumere con il commento dell'Unione petrolifera: «L'incontro ha sgombrato il campo da ogni accentuazione emotiva, ha consentito di riportare il problema a una dialettica costruttiva e anche di evidenziare l'impegno che le imprese, tra mille difficoltà, continuano ad attuare per razionalizzare e rendere più efficiente il sistema distributivo». In pratica, non è successo nulla.
Lo stesso ministro è costretto ad ammettere che «risposte esaustive non ne sono venute». Le risposte, sembra di capire, arriveranno in autunno, quando già il fervore per il prezzo dei carburanti sarà caduto assieme a parte delle buone intenzioni. Qualcuno si aspettava una presa di posizione dura e pura del governo. Invece è arrivato un timido richiamo alle responsabilità dei petrolieri: quasi un ossimoro. «Non parliamo di bruscolini - ha detto il ministro - un centesimo di variazione, fra gasolio e benzina, vale 463 milioni di euro su base annua».
Altri attendevano un gesto coraggioso, come un decreto legge per ridurre subito le accise. Ma ci stanno di mezzo le vacanze (e anche il Consiglio dei ministri in questo senso non fa sconti) e il testo di un disegno di legge che è già al Senato. La misura contenuta nel ddl per le liberalizzazioni, il terzo pacchetto Bersani, non è una ghigliottina. E' un provvedimento che dovrebbe scattare nel momento in cui il prezzo del greggio dovesse superare di oltre il 2% rispetto a un valore di riferimento previsto nel Dpef (che ora è a 71 dollari al barile). In questo senso verrebbero diminuite le aliquote sull'accisa in compensazione delle maggiori entrate per l'Iva, dovute a una maggiorazione del prezzo del greggio.
Dopo l'incontro sono insorte le associazioni a tutela dei consumatori. Adusbef e Federconsumatori richiamando un adagio già sentito: «Se cala il prezzo al barile, perché non alla pompa?», con riferimento anche all'euro forte rispetto al dollaro (e il petrolio si paga in dollari). Carlo Pileri dell'Adoc, più esplicito, ripropone la tesi della lobby petrolifera e chiede di «non aspettare l'autunno per intervenire. Bersani non fa quello che dovrebbe: rimodulare l'accisa in modo da tenere costante il prezzo del carburante alla pompa» perché anche lo Stato trae beneficio dagli aumenti. Anche la Fegica Cisl, una delle tre sigle che rappresentano i gestori di pompe di benzina, si scaglia contro il governo perché non è emersa «nessuna misura contro i petrolieri, nessun intervento di riduzione delle accise, nessun provvedimento per contenere il prezzo dei carburanti». Ma Bersani è solido sulle sue posizioni: «Il caro benzina non è un problema di tasse, che sono nella media europea, ma un problema di trasparenza dei prezzi e di ristrutturazione della rete». E il Codacons ha fatto partire un esposto alla procura di Roma e all'Antitrust «con richiesta di indagare le ragioni degli strani aumenti della benzina e del gasolio in occasione degli esodi festivi degli italiani». Solo il presidente dell'Unione petrolifera Pasquale De Vita si dice «soddisfatto dell'incontro».
Intanto le compagnie petrolifere hanno deciso di ribassare il prezzo dei carburanti. Esso, Shell e Tamoil, che già ieri avevano rivisto i listini, hanno tagliato rispettivamente di 0,014 euro, 0,005 euro e 0,002 euro. Ma il prezzo industriale medio del carburante resta al di sopra della media europea di 4,4 centesimi al litro. La forchetta dal 30 luglio, si è ridimensionata di 0,9 centesimi al litro. Una mossa che assomiglia molto alle buone intenzioni di chi è stato preso con le mani nella marmellata.
Infine, l'Istat ha diffuso ieri i dati di luglio del prezzo dei carburanti. Un po' a sorpresa si scopre che mentre rispetto a giugno la benzina è cresciuta dello 0,7% e il gasolio dell'1,1%, i dati tendenziali (riferiti a luglio dell'anno scorso) mostrano un calo dello 0,8% della benzina e dell'3,2% del gasolio. La benzina dunque costa meno dell'anno scorso, ma nessuno sembra accorgersene. Siamo di fronte a un evento abituale come un proverbio. Si dice infatti che in estate gli italiani non riescano a fare a meno di tre cose: lo scandalo aeroporti, lo scandalo prezzi dei carburanti e l'omicidio misterioso. Ne abbiamo già due, accontentiamoci.

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