CAPITALE & LAVORO

Wall Street su, borse europee giù

MARINI MATTEO,

Non è stato il 1929, come paventato da alcuni durante il weekend. Wall Street sembra aver retto bene, per ora, nonostante le ripercussioni della crisi dei mutui subprime si siano fatte sentire in tutto il globo, sia in Europa che in Asia. Dopo il tonfo di venerdì (indici in calo oltre il 2%) dovuto proprio alla crisi dei mutui ad alto rischio, il mercato americano sembra galleggiare, in attesa delle decisioni della Fed. Oggi infatti la Banca centrale statunitense renderà nota la propria linea di intervento sul costo del denaro. E' possibile una spinta all'economia con un taglio del 0,25% dei tassi di interesse, anche se niente è confermato, come sembrano l'andamento dei bond a lungo periodo (10 e 30 anni), che tradiscono un'aspettativa di aumento dell'inflazione e tassi di interesse invariati.
La giornata non era cominciata un granché bene ieri mattina. Le chiusure dei mercati asiatici in ribasso tradivano le preoccupazioni riguardo alla crisi dei mutui subprime negli Stati uniti. Quasi tutte le borse orientali hanno chiuso in perdita. L'indice Nikkei di Tokio ha fatto registrare un -0,25%, Hong Kong -2,5%.
Anche le principali borse europee, ad eccezione di Francoforte con un +0,12%, hanno chiuso tutte in territorio negativo. Parigi ha segnato un sonoro -1,16%, Londra -0,61% e Zurigo -0,48%.
La borsa italiana ha chiuso con un passivo registrato dal Mibtel dello 0,95%, il Mib30 a -0,68%, S&Pmib -0,66% e l'Allstars ha segnato un pesante -2,16%. Tra i titoli più in ribasso del listino S&Pmib spicca quello di Impregilo, influenzato dalla notizia del sequestro preventivo disposto dal tribunale di Napoli per l'inchiesta sullo smaltimento dei rifiuti in Campania. Il titolo in giornata era stato sospeso per eccesso di ribasso (mentre cedeva oltre il 10%) e ha chiuso con un -7,7%.
Anche il calo del prezzo del petrolio ha pesato sui listini delle borse europee. A Wall Street il greggio è tornato sotto quota 75 dollari al barile. Più accentuata ancora la flessione per il Brent a Londra, in attesa di settembre quando l'Opec potrebbe decidere eventuali aumenti della produzione che ne farebbero abbassare in maniera significativa il prezzo.
Intanto sul fronte americano cominciano a vedersi i primi effetti della crisi dei mutui. La prima testa a saltare è stata quella di Warren Spector, top manager della banca d'affari Bear Stearns, fortemente in perdita a causa del collasso del sistema dei mutui subprime. Da inizio anno l'istituto di credito americano ha infatti registrato un ribasso del 33%, comunicando le difficoltà legate a due hedge fund particolarmente esposti sul fronte dei mutui ad alto rischio di insolvibilità. Fondi che erano finiti entrambi in bancarotta il 31 luglio. Per questo Standar&Poor's aveva declassato venerdì da stabile a negativo il giudizio su Bear Stearn.
Ancora dall'altra sponda dell'Atlantico arriva la notizia che la American home mortgage, uno dei più grandi gruppi di rifinanziamento dei prestiti ipotecari, ha chiesto l'amministrazione controllata. Il gruppo aveva annunciato, tre giorni fa, la crisi legata ai derivati dei prestiti immobiliari a rischio, assieme al licenziamento di oltre 7.000 dipendenti.
La borsa americana intanto, dopo un inizio altalenante è approdata in territorio positivo e lì è rimasta. A un'ora e mezza dalla chiusura delle contrattazioni i principali indici di Wall Street mantenevano il segno positivo con l'S&P500 e il Dow Jones attorno a +1% e il Nasdaq sopra quota +0,6%.

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