CAPITALE & LAVORO

Dipendenti in lotta per i precari

MARINI MATTEO,

Uno, anzi due scioperi, in solidarietà dei lavoratori interinali col contratto in scadenza, non sono cosa da poco a due giorni dall'inizio delle ferie. L'iniziativa è dei dipendenti Fiom della Powertrain di Mirafiori, azienda del gruppo Fiat che produce e assembla i componenti per il cambio per le auto della casa automobilistica italiana. Protagonisti i lavoratori dipendenti del settore di lavorazione (Ute 202) e dell'assemblaggio, giovedì e ieri pomeriggio con mezzora di stop, per il mancato rinnovo del contratto di alcuni lavoratori interinali, che tradisce le promesse sottoscritte dall'azienda a metà luglio.
«Ci avevano chiesto di assicurare ore di straordinario per tre sabati di luglio e quattro a settembre - lamenta Rosy Conza, delegata Fiom della Rsu - per questo abbiamo ottenuto una maggiorazione di 18 euro per ogni sabato sulla paga dei dipendenti». Ma la posta in gioco valeva di più, e si è deciso di portare avanti la lotta anche per i colleghi «esterni», cioè per i 58 lavoratori interinali il cui contratto scadeva a fine luglio: «Abbiamo fatto fronte anche alle proteste dei nostri stessi associati - continua la delegata Fiom - che non volevano che cedessimo sugli straordinari. Ma noi abbiamo portato avanti una battaglia giusta, e abbiamo convinto anche loro».
Gli interinali della Powertrain sono dipendenti di società di somministrazione di lavoro, ma svolgono le stesse mansioni dei lavoratori subordinati. L'accordo, firmato da sindacati e azienda, prevedeva oltre alla maggiorazione di 18 euro per i dipendenti, anche il rinnovo dei contratti degli interinali (in scadenza a fine luglio/inizio agosto) fino alla fine del 2007, poi un contratto di apprendistato di due anni e tenerne alla fine il 95%. Non siamo nemmeno a metà agosto, e la Powertrain ha già disatteso i patti, non rinnovando il contratto a cinque di loro, che da oggi sono a spasso. L'atteggiamento dell'azienda appare quello di tenere i più «mansueti», e far sì che altri se ne vadano, per assumerne di nuovi. «Li vorrebbero tutti inquadrati, a comando - spiega Fiorella, una dipendente - non possono prendere nemmeno un giorno di mutua se stanno male senza il consenso dei capi, altrimenti vengono accusati di assenteismo».
Ad aggravare la situazione c'è il clima non idilliaco, al limite del mobbing, secondo quello che raccontano gli stessi lavoratori: «Quando una volta alcuni pezzi non mi sono venuti bene - racconta proprio uno degli interinali da oggi senza contratto - il mio superiore mi ha detto esplicitamente dove me li potevo mettere. Sono venuto al lavoro anche con la febbre per non essere accusato di assenteismo». Forse anche in conseguenza di questo ambiente quattro di loro hanno deciso di non continuare la loro esperienza alla Powertrain, e se ne sono andati.
Per aggiungere carico su carichi, anche la discriminazione politica sembra non mancare: «Non possono nemmeno partecipare alle assemblee sindacali - aggiunge ancora Rosy Conza - e sono stati presi di mira soprattutto quelli che esprimevano idee politiche di sinistra». Lo sciopero ha avuto alta adesione (80%) tra i lavoratori della Fiom, una bella dimostrazione di solidarietà: «C'è stata quasi più partecipazione questa volta rispetto che alle vertenze per il rinnovo del contratto - spiega Giuseppe Costa, del direttivo Fiom - perché è una cosa molto vicina a noi, dentro la nostra fabbrica. E' la prima volta che ci troviamo a lavorare con gli interinali, anche extracomunitari. Ma abbiamo sentito il bisogno di solidarizzare e combattere per loro».

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